
Reggono solo gli spumanti grazie ai low cost. Nei primi 7 mesi dell’anno si evidenzia una contrazione tendenziale sia nei volumi (-1,5%), che nei valori (-1,2%, a 4,45 miliardi di euro)
Risulta ancora in calo la vendita di vino nella Grande distribuzione italiana (Gdo). A settembre registra -3,4% in volume (nel semestre la perdita era del -3,9%) per un controvalore, sospinto dal caro prezzi, di 2,1 miliardi di euro. E’ quanto rileva l’Osservatorio Uiv-Ismea su base Ismea-Nielsen-IQ, precisando che i vini fermi segnano un -3,9% nei volumi (+2,6% i valori) mentre risale la tipologia spumanti, a +0,6% nelle quantità e a +6,2% nei valori (a 455 milioni di euro).
Nel complesso i listini rimangono alti ed è per questo che gli italiani privilegiano i prodotti in promozione o alcune tipologie più convenienti a scapito di altre. È il caso degli spumanti “low cost” che hanno ormai superato nelle vendite in volume anche il Prosecco Doc (24,8 milioni, comunque in risalita) e che si stanno sempre più affermando non più solo nei discount ma anche nei canali iper e super.
Tra le tipologie, in quantità fanno leggermente meglio della media (-3,9%) i vini bianchi (-3%), i rosati (-3,6%) mentre ancora in difficoltà risultano i rossi (-4,8%). Gli spumanti virano in positivo ma solo grazie ai low cost senza i quali anche il comparto bollicine pagherebbe un -3,6% nei volumi.
E non vanno bene neanche le esportazioni con il dato che sui primi 7 mesi dell’anno evidenzia infatti una contrazione tendenziale sia nei volumi (-1,5%), che nei valori (-1,2%, a 4,45 miliardi di euro). I dati peggiorano rispetto all’export del semestre, che segnava rispettivamente -1,4% e -0,4%.
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