
Il sindacato degli attori americani ha rifiutato “l’ultima e definitiva” proposta degli Studios sulle misure da includere nel nuovo contratto degli interpreti
Prendere o lasciare ed è proprio il caso di dire che gli attori americani hanno lasciato. Il loro sindacato ha rifiutato “l’ultima e definitiva” proposta degli Studios sulle misure da includere nel nuovo contratto degli interpreti. I vertici avevano presentato un’opzione che vedeva, tra le altre cose, anche i migliori aumenti salariali registrati da oltre 40 anni alle paghe minime. Ma dall’altra parte c’è stato muro. «Le due parti sono ancora lontane su diverse questioni essenziali, tra cui l’Intelligenza artificiale», ha scritto il sindacato Sag-Aftra in una breve nota.
Con il no del sindacato, sfuma la possibilità di chiudere in giornata lo sciopero cominciato il 14 luglio. Non si sa quando le parti riprenderanno il negoziato. Gli attori puntano al 2% dei profitti di ogni film o serie tv trasmessa su una piattaforma di streaming, oltre alla percentuale dei diritti d’immagine. Gli sceneggiatori, si erano accontentati di meno e a fine settembre hanno posto fine allo sciopero.
E così ad incrociare le braccia restano, dunque, gli attori, ovvero il ramo più rappresentativo dell’industria dello spettacolo.
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