
I servizi Bilancio di Senato e Camera, riportati da Radiocor, riepilogano i dati della manovra nel dossier sugli “Effetti sui saldi e conto risorse e impieghi”
Gli impieghi complessivi, cioè la “manovra lorda”, contenuti nel Ddl di bilancio in termini di effetti sul deficit, «ammontano a 32,8 miliardi per il 2024, 17,3 miliardi per il 2025 e 16,6 miliardi di euro per il 2026». E «sono composti da minori entrate per circa 17,3 miliardi nel 2024, 0,9 miliardi nel 2025 e circa 0,7 miliardi nel 2026 e maggiori spese per circa 15,5 miliardi nel 2024, 16,5 miliardi nel 2025 e circa 16 miliardi nel 2026».
RESTA AGGIORNATO SULLA MANOVRA
Sono i servizi Bilancio di Senato e Camera, riportati da Radiocor, a riepilogare i dati della manovra nel dossier sugli “Effetti sui saldi e conto risorse e impieghi”.
Nel dossier, si ricorda ancora che i mezzi di finanziamento (cioè le risorse per la copertura della manovra) reperiti dal Ddl di bilancio, ammontano a «17,1 miliardi per il 2024, 12,8 miliardi per il 2025 e 20,5 miliardi per il 2026“: «sono composti da maggiori entrate per circa 8,5 miliardi nell’anno 2024, 5,6 miliardi nel 2025 e circa 5,9 miliardi nel 2026, nonché di minori spese per circa 8,6 miliardi nell’anno 2024, 7,1 miliardi nel 2025 e circa 14,6 miliardi nel 2026».
Da queste coperture emerge che l’incidenza complessiva sul saldo di indebitamento della manovra, (ossia la manovra netta) determina «un maggior indebitamento, per il 2024 e il 2025, rispettivamente, per circa 15,7 e 4,5 miliardi; una riduzione del ricorso all’indebitamento (minor deficit) per circa 4 miliardi nel 2026».
Il dossier dei tecnici di Senato e Camera analizza anche l’impatto sui saldi del Dl anticipi, dato che costituisce parte integrante della manovra di finanza pubblica per il prossimo triennio.
Il Dl comporta «effetti peggiorativi sui saldi del quadriennio 2023-2026, pari, in termini di indebitamento netto, a circa 3.188 milioni per il 2023, 24 milioni per il 2024, 72 milioni per il 2025 e a circa 105 milioni per il 2026».
Nello stesso tempo si rileva che, «dal punto di vista sostanziale» il decreto legge «non genera oneri per anni successivi al 2023, ma risorse che non danno tuttavia luogo ad un miglioramento dei saldi in quanto vengono allocate tra le voci di spesa in un apposito fondo di parte corrente destinato all’attuazione della manovra per un ammontare pari in termini di indebitamento netto a 2.760 milioni per il 2024, 104 milioni per il 2025 e a 16 milioni per il 2026».