
L’unico ingrediente non di origine vegetale della popolare crema spalmabile è il lattosio, che verrà sostituito probabilmente con latte di soia
Lo scorso primo dicembre Ferrero ha depositato il marchio “Nutella plant based”, cioè vegan, presso l’ufficio brevetti (Uibm) del ministero delle Imprese e del made in italy. La notizia, pubblicata per prima da Il Corriere della Sera è diventata presto virale, tanti sono i fans della crema spalmabile alle nocciole che avevano rinunciato alla coccola quotidiana per il cambio di regime alimentare.
Cosa cambierà? Come riferisce Il Fatto Alimentare, «basta osservare la ricetta della Nutella (zucchero, olio di palma, nocciole (13%), latte scremato in polvere (8,7%), cacao magro (7,4%), emulsionanti: lecitine di soia e aroma vanillina) per rendersi conto che la nuova “Crema da spalmare alle nocciole e al cacao vegana” sarà sostanzialmente uguale. Il 92,7% degli ingredienti attualmente in uso è infatti di origine vegetale. L’unico ingrediente da sostituire è il latte scremato in polvere che rappresenta 8,7% della ricetta. L’ipotesi più probabile è usare latte di soia in polvere che assomiglia molto al latte scremato in polvere».
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La nuova a crema alle nocciole Ferrero per vegani, quindi, dal punto di vista organolettico sarà molto simile a quella originale. E i costi delle materie prime potrebbero anche diminuire.
Adesso il marchio Nutella plant based dovrà affrontare il classico iter da cui sono attesi tutti i marchi dal momento della loro registrazione in poi.
In tutto, il mercato plant based ha raggiunto quota 5,8 miliardi di vendite in Europa, come attestano i dati Nielsen riportati dal Corriere. Nel nostro paese il settore pesa invece per circa 680 milioni. Tra tutti i prodotti, è proprio il latte vegetale quello che ottiene il maggior successo: la sua vendita è costante e conta incassi per circa 310,4 milioni di euro.
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