
Ecco il tradizionale appuntamento di fine anno rinviato due volte per motivi di salute: Mes, Meloni: “strumento obsoleto”. “Tra i primi obiettivi c’è la messa a terra del nuovo Pnrr”
Economia, riforme, dossier internazionali: sono tanti i temi trattati durante la conferenza stampa di fine anno della premier Meloni. Un appuntamento posticipato due volte, prima dal 21 al 28 dicembre ed infine calendarizzato per oggi, a causa di una sindrome otolitica che ha colpito la presidente del Consiglio. L’appuntamento è stato organizzata dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti in collaborazione con l’associazione della Stampa Parlamentare.
«Io confido che lungo questo anno si possa essere ragionevoli e immaginare una diminuzione dei tassi di interesse, che libererebbe diverse risorse che abbiamo da pagare sul debito pubblico», ha detto la Meloni. E a chi gli ha chiesto da dove verranno i soldi per la Legge di Bilancio 2025, per cui si stima serviranno 30-32 miliardi, la presidente ha risposto: «non sappiamo quale sarà lo sviluppo dell’economia italiana, la crescita è stimata superiore alla media europea. Io non sono per aumentare le tasse ma piuttosto per tagliare la spesa pubblica. Vediamo quale sarà l’evoluzione di quest’anno, abbiamo appena approvato la Manovra 2024. Il mio obiettivo è confermare le misure che abbiamo portato avanti ed eventualmente migliorarle».
E sul Mes ha aggiunto: «non credo che la mancata ratifica del Mes vada letta in relazione ai risultati del Patto di Stabilità: io sono soddisfatta a condizioni date del Patto. Chiaramente non è quello che avrei fatto io. Il governo nella ratifica del Mes si è rimesso all’Aula. E la ratifica è stata bocciata perché non c’è mai stata la maggioranza in Parlamento. Perché l’ex governo Conte ha sottoscritto la modifica quando sapeva che non c’era una maggioranza per ratificarlo? Penso sia stato un errore. Per quanto riguarda il merito: il Mes dal mio punto di vista è obsoleto. Penso che lo abbia dimostrato anche la reazione dei mercati dopo la mancata ratifica. Forse questa può essere un’occasione per trasformare lo strumento per essere più efficace di quello che è oggi. Sul tema dell’isolamento penso che dovremmo essere più consapevoli del nostro ruolo. Non è che l’Italia ha prerogative diverse dalle altre Nazioni. Per nessun altro si dice che la pagherà. E nessuno lo dice in Europa».
«Sulle tassa sugli extraprofitti della banche mi fa un po’ sorridere che i primi a criticare il primo governo che ha avuto il coraggio di fare una tassazione sulle banche siano quelli che, quando erano al governo, alle banche hanno fatto regali miliardari: vale per il Pd e M5s. Ma potrei parlare anche dell’obbligo di Pos con le commissioni scaricate su imprese e commercianti, e potrei citare il Superbonus», ha aggiunto ancora la Meloni.
La Meloni ha tenuto a precisare che l’appello del presidente Mattarella sul Ddl Concorrenza non rimarrà inascoltato. «Valuterò con gli altri partiti di maggioranza e con i ministri. Per quanto riguarda i balneari, il governo per la prima volta ha iniziato un lavoro mai fatto prima con la mappatura, per verificare il principio della scarsità del bene, richiesto per applicare la Bolkenstein. Curiosamente in tutti gli anni nessuno ha ritenuto di farlo. Noi abbiamo proceduto celermente, ora l’obiettivo è una norma di riordino che consenta di intervenire sulla attuale giungla, in un confronto con la Commissione europea e con gli operatori, per evitare l’infrazione e per dare certezza della norma” che consenta di superare “le difficoltà per gli operatori e gli Enti locali».
Sui paradisi fiscali ha invece aggiunto: «penso che la materia vada affrontata a livello europeo. A livello nazionale possiamo rendere la tassazione in Italia più competitiva. Tentiamo di farlo con varie misure, voglio ricordare che abbiamo varato una riforma fiscale attesa da 50 anni. Dobbiamo rendere sistema più competitivo».
Per i primi sei mesi del 2024, tra gli obiettivi del governo c’è “la messa a terra del nuovo Pnrr che dovrebbe arrivare nelle prossime settimane“. Non solo. Giorgia Meloni afferma di stare lavorando “già da tempo a un piano di borse di studio per studenti meritevoli” che “non hanno condizioni di reddito adeguate“. Il presidente del Consiglio ha inoltre auspicato che tale progetto sia realizzato in tempi brevi.
La Meloni rivendica anche l’uscita ufficiale dell’Italia dalla Via della Seta. «Ho preso la decisione sulla via della Seta per coerenza su quel che penso. Eravamo l’unico paese del G7 a farne parte. Sono a maggior convinta sulla base dei risultati arrivati – ha spiegato. – Il saldo della bilancia commerciale è diventato sempre più sfavorevole (da meno 18 miliardi a meno 41 miliardi), è servita a far entrare in Italia molti più prodotti cinesi. Si garantiva la massima reciprocità, che non c’è ancora come dice la Commissione europea, quindi temo non abbia funzionato. Secondo me non era una scelta politicamente giusta ed economicamente non efficace».
Per lei è presto per parlare di manovra correttiva. «Atteso che tutti i Paesi europei hanno previsioni aggiornate, l’Italia per la prima volta ha una crescita superiore a quella degli altri Paesi. Inoltre il Patto di stabilità parte dal 2025 e non dal 2024. Mi pare presto parlare di manovra correttiva. Noi manterremo aperto l’ osservatorio e in corsa si valuterà cosa fare».
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