
Nel 2023 pubblicati oltre 150mila nuovi avvisi d’asta, in calo del 19% sull’anno precedente
Conferma il trend di calo del mercato immobiliare nelle compravendite anche quello delle aste censite. Lungo tutto il corso dell’anno 2023 sono state oltre 150 mila le aste pubblicate in Italia, il 19% in meno rispetto alle circa 186 mila al 31 dicembre 2022, per un valore complessivo dell’offerta minima di partenza pari a circa 20,8 miliardi di euro. Evidenzia i dati Cherry srl, con un servizio che monitora le opportunità di investimento tra gli immobili all’asta. «Nonostante si registri un generale decremento a livello nazionale sia nelle aste censite che nel valore minimo di partenza delle offerte, il settore delle aste immobiliari rimane un’area di notevole interesse per gli investitori desiderosi di sfruttare le migliori opportunità di mercato – sottolinea Chai Botta, Infrastructure Lead in Cherry Srl – Tuttavia, per farlo, è essenziale adottare approcci flessibili che considerino le variazioni regionali e locali, considerando anche la tipologia specifica di immobili ricercati. In questo contesto, i dati forniti dallo strumento Cherry Brick possono risultare utili per un’analisi approfondita, orientando così le decisioni in un mercato ad elevata dinamicità».
Sono stati pubblicati oltre 150 mila avvisi d’asta suddivisi per il 54% in immobili ad uso residenziale (pari ad un totale di 81.547 aste sopravvenute), il 20% ad immobili ad uso commerciale (29.394) e solo il 4% ad immobili ad uso industriale (5.339), mentre un 22% è composto da altre categorie immobiliari. Nello specifico, guardando a livello regionale, per quanto riguarda le aste sopravvenute, la Lombardia è la prima regione con il 13% delle aste pubblicate con un complessivo di 3,3 miliardi di euro, -3% sullo stesso periodo 2022 mentre Roma si conferma prima sia tra le città che tra i Tribunali per le aste censite con un valore di 2,1 miliardi di euro.
Su un’analisi della base d’asta media nazionale delle vendite che si sono svolte lo scorso anno, questa ammonta a circa 180 mila euro, in calo rispetto all’anno precedente del 12%. Nell’anno la base d’asta media è scesa rispetto al 2022 in relazione sia agli immobili commerciali, che si assestano a 191 mila euro per un -41% rispetto ai 323 mila euro del 2022, che agli immobili residenziali che registrano un valore di 132.000 euro per un -10% rispetto ai 147.000 euro del 2022. In controtendenza, invece, gli immobili industriali il cui valore di riferimento è pari a 697 mila euro per un +4% rispetto ai 667 mila euro rispetto allo stesso anno.
In relazione alle regioni, il Trentino-Alto Adige risulta in testa tra le zone nelle quali sono localizzati i lotti il cui valore medio di base d’asta su scala nazionale è stato mediamente più alto, con un complessivo di 265 mila euro a differenza dei 241mila euro al 31 dicembre 2022, facendo registrare un +10%.
FOTO: ANSA