
L’Italia punta a proroghe possibili fino a tutto il 2025
La Commissione Ue ha ricevuto la lettera con la quale il governo risponde ai rilievi sulla procedura di infrazione per il mancato rispetto delle norme europee sulle concessioni balneari. Lettera che a detta di un portavoce di Bruxelles sarà letta “con attenzione“.
In particolare nella lettera viene indicato che “appare essenziale proseguire, nel quadro di una costante e trasparente interlocuzione con la Commissione europea e in collaborazione con gli enti territoriali, l’attivita’ di definizione dei criteri tecnici per la determinazione della sussistenza della scarsità della risorsa naturale, nella consapevolezza che solo sulla base degli esiti di tale ricognizione, in accordo con la Commissione europea e gli enti territoriali, sarà possibile riordinare in maniera organica e strutturale il settore“.
L’Italia vorrebbe quindi nessuna gara fino a tutto il 2024, con una proroga che durerebbe fino al 31 dicembre 2025 nel caso in cui gli enti territoriali segnalino impedimenti oggettivi a concludere le procedure. Ora si tratta di vedere quale sarà la risposta di Bruxelles.
La procedura di infrazione è stata aperta nel 2020 contro il governo di Roma sull’annosa questione delle concessioni demaniali marittime, che secondo la direttiva Bolkestein del 2006 devono essere messe a gara, rilasciate per una durata limitata e non possono prevedere un rinnovo automatico. L’ultimo intervento del governo in materia è stato il decreto Milleproroghe, che aveva portato al 31 dicembre 2024 la validità delle concessioni assegnate senza gara. Ora l’Italia ha due mesi di tempo per rispondere all’Ue.
Ricordiamo che la direttiva Bolkestein è un atto approvato dalla Commissione europea nel 2006 che prende il nome da Frits Bolkestein, allora commissario per la concorrenza e il mercato interno. L’obiettivo della direttiva è quello di favorire la libera circolazione dei servizi e l’abbattimento delle barriere tra i vari Paesi. In pratica un venditore ambulante straniero che vuole trasferirsi temporaneamente in Italia deve avere gli stessi diritti di un venditore ambulante italiano che presta i suoi servizi a casa sua. Questo perché secondo la Commissione Europea le norme italiane in materia di concessioni balneari discriminerebbero gli operatori stranieri e limiterebbero la concorrenza transfrontaliera nel settore.
FOTO: ANSA