
Migliaia le vertenze aperte al Mimit e a livello regionale. Veneto e Puglia sono le regioni più colpite
“Sono 183.193 i lavoratori che stanno affrontando le conseguenze delle crisi aziendali o settoriali nel settore dell’industria e delle reti“. Sono le affermazioni del segretario confederale della Cgil, Pino Gesmundo, basate su un’analisi condotta dall’area Politiche industriali del sindacato sulle controversie in corso, che vanno dall’ex Ilva alle aziende più piccole.
Secondo l’analisi, ci sono attualmente 58.026 dipendenti coinvolti in crisi che hanno tavoli aperti presso il Ministero dell’Impresa e del Made in Italy, a cui si aggiungono decine di migliaia di lavoratori di aziende in crisi che hanno tavoli aperti a livello regionale. I dati indicano come tra questi, ci sono 18.609 lavoratori in Veneto e 18.241 in Puglia a soffrire maggiormente le conseguenze delle crisi industriali.
Ad essere a rischio di crisi a causa delle trasformazioni in atto ci sono altri 120 mila lavoratori: 70.000 nell’automotive, 25.459 nella siderurgia, 8.000 nel settore della produzione dell’energia, come centrali a carbone e cicli combinati, 2.000 nel settore elettrico, il mercato tutelato, 4.094 nella chimica di base, 3.473 nel petrolchimico e nella raffinazione, 8.500 nel settore delle telecomunicazioni. E’ quanto indica ancora la Cgil : “Uno scenario sconfortante – commenta il segretario confederale – se pensiamo alle grandi transizioni, verde e digitale”.
FOTO: ANSA