
Ipotesi ancora non confermate
Dopo le ultime indiscrezioni di una possibile parziale privatizzazione di Eni, si moltiplicano le ipotesi di altre iniziative simili riguardanti Poste Italiane e Ferrovie. Lo scopo del governo sarebbe quello di mettere in cassa 20 miliardi entro tre anni. Un modo per erodere una parte dei 2.800 miliardi e in vista di entrate pari a 350 miliardi derivanti dai titoli di Stato con l’assenza degli acquisti della Banca Centrale Europea.
Come detto è trapelata l’indiscrezione, non confermata né smentita, della vendita del 4% di Eni in mano al Ministero dell’Economia, per ricavare circa due miliardi contro una percentuale superiore al 27% nel portafoglio di Cassa Depositi e Prestiti, il braccio finanziario dell’Erario che permetterebbe di non perdere il controllo da parte dello stato.
C’è poi anche un 64% di Poste, sempre in mano allo stato con possibili strategie che potrebbero portare quattro miliardi cedendone una parte e 1,7, invece, nel caso si volesse conservare la maggioranza pari al 51%. Non ultimo il ritorno di un’altra ipotesi, quella di privatizzare Ferrovie dello Stato che potrebbe far arrivare 5 miliardi con la vendita del 49%.
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