
Testa, responsabile per l’Energia di Ey: “Dal nucleare 45 miliardi e 500 mila posti di lavoro al 2050”
Quarantacinque miliardi di euro e oltre mezzo milione di posti di lavoro entro il 2050. Questo l’impatto economico del nucleare in Italia secondo Europe West Energy & Resources Consulting Leader, che indica anche “52 mila posti di lavoro nel breve termine esclusivamente legati alla fase di costruzione“. Nelle parole di Paola Testa. la responsabile Europa Occidentale per l’Energia di Ey: «Con una capacità totale di 413 GW e una presenza in 32 Paesi l’energia nucleare contribuisce in modo significativo all’obiettivo ‘net-zero, sottraendo 1,5 milioni di tonnellate (Gt) di emissioni globali ogni anno – spiega Testa – La strada per la decarbonizzazione richiederà un approccio completo e diversificato alla produzione di energia. In questo contesto, l’energia nucleare sta emergendo come uno strumento essenziale nel combattere il cambiamento climatico».
Utilizzando il costo livellato dell’energia elettrica come misura, che rappresenta il costo medio della generazione di elettricità per una centrale per l’intera durata della sua vita operativa, attualmente l’energia solare fotovoltaica rappresenta la fonte di elettricità più competitiva nella maggior parte dei mercati, ma l’energia nucleare è comunque in grado di competervi. Nel 2022, infatti, l’elettricità prodotta da quest’ultima fonte rappresentava il 9,2% (2.611 TWh) del totale globale. In Italia la crescente necessità di un sistema energetico sostenibile sta rimettendo l’energia nucleare al centro del dibattito pubblico, in parte sotto l’accelerazione dell’elevato tasso di inquinamento atmosferico nel Paese e dall’assenza di ingenti risorse di combustibili fossili. Sulla base delle stime di Ey, si nota che l’impatto benefico del progetto di cooperazione europea Iter, attualmente in fase di sviluppo, potrebbe raggiungere 15,9 miliardi all’interno dell’economia europea, considerando i vantaggi legati alla ricerca, allo sviluppo e alle competenze richieste sul mercato del lavoro, nonché i benefici ambientali.
«In questo contesto – sottolinea Paola Testa – l’energia nucleare sta emergendo come uno strumento essenziale nel combattere il cambiamento climatico. Per questo, anche in Italia, risulta determinante la collaborazione tra istituzioni, mondo accademico e industriale per consolidare il percorso verso la transizione energetica di cui questa energia ne rappresenta il futuro. Il paese – conclude la responsabile Ey– dispone già di forti competenze in materia, soprattutto sulla filiera, ma sarà fondamentale consolidare gli investimenti e superare le sfide legate all’adozione di tale tecnologia per trasformarle in opportunità di crescita e sviluppo».
Ai benefici del nucleare per la transizione energetica elencati dallo studio Ey, si aggiungerebbero più di 70 mila nuovi posti di lavoro da creare entro il 2030 all’interno dell’Unione Europea, con l’Italia come principale beneficiaria. Nel contesto italiano specifico, si prevede una generazione di valore aggiunto di 45 miliardi, accompagnata da un risparmio di 400 miliardi rispetto a uno scenario basato solamente su fonti rinnovabili e centrali convenzionali. In termini occupazionali, si prevede la creazione di oltre mezzo milione di posti di lavoro a livello nazionale entro il 2050, così come la creazione di 52 mila nuovi posti di lavoro a tempo pieno nel breve termine, esclusivamente legati alla fase di costruzione.
Per quanto riguarda il sentiment circa il nucleare nel nostro Paese, il 54% degli individui vede con favore il ritorno dell’energia nucleare, a patto che serva a ridurre significativamente l’ammontare dei costi in bolletta. Il 20% è favorevole al nucleare in qualunque caso mentre il 26% degli intervistati è contrario.
Per ottenere una rinascita del nucleare in Italia, sarà fondamentale, da un lato, attuare una collaborazione tra tutti gli stakeholder coinvolti, dall’altro, promuovere una solida istruzione e cultura legata al tema della sicurezza tra i professionisti del settore, che garantisca il rispetto delle migliori pratiche e degli standard internazionali in materia. A questo proposito, l’Italia sta già lavorando in termini di ricerca, coprendo, insieme a Francia e Germania, il 60% delle pubblicazioni dell’Unione Europea in tema di energia nucleare.
FOTO: ANSA