
Raggiunge il meno 33% in 10 anni, Italia fra i 5 Stati con impianti maglia nera
L’inquinamento industriale in Europa vale il 2% del Pil dell’Ue, questo nonostante una tendenza alla diminuzione negli ultimi dieci anni. A stabilirlo è un rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA).
«L’analisi dell’AEA mostra che i costi dell’inquinamento atmosferico causato dai maggiori impianti industriali europei si aggirano in media tra i 268 e i 428 miliardi di euro all’anno», si legge in una nota dell’agenzia di Copenhagen.
Nel rapporto si può leggere che nel 2021 i costi corrispondevano a circa il 2% del Pil dell’Unione europea. Grazie poi all’adozione delle migliori tecniche disponibili in campo energetico, al passaggio alle energie rinnovabili e a combustibili meno inquinanti, “i costi ambientali e sanitari dell’industria europea sono diminuiti di un terzo, attestandosi al meno 33% tra il 2012 e il 2021“.
Sempre nel documento dell’AEA si evidenzia come nel 2021, solo l’1% dei 9.400 impianti analizzati sarà responsabile della metà dei danni. Dei 50 impianti più inquinanti, quasi la metà è rappresentata da centrali termoelettriche. Nove di queste si trovano in Germania e sei in Polonia, che sono in buona compagnia di Italia, Francia e Spagna, insieme costituiscono la top five degli Stati membri in cui l’inquinamento causa i costi più elevati.