
Bce: rischi per crescita orientati al ribasso, si guarda a Ucraina e M.O.
La Bce ribadisce la sua determinazione a riportare l’inflazione al 2% e nell’ultimo Bollettino economico sottolinea ancora una volta che i tassi rimarranno restrittivi per tutto il tempo necessario e che le decisioni saranno prese di volta in volta sulla base del contesto macro-economico che ci si prospetta davati. «I tassi di interesse sono al livello giudicato come picco e se mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al conseguimento di tale obiettivo. Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati dell’orientamento restrittivo», si legge in una nota.
Sempre secondo quanto emerge dal Bollettino l’attività economica della zona euro “inizierà un lento recupero nel primo trimestre del 2024“. «Sebbene la crescita del Pil si confermi debole, i segnali di miglioramento ci sono già: tra dicembre e gennaio i nuovi ordinativi hanno continuato ad aumentare sia nel manifatturiero che nei servizi, i recenti contatti della Bce con le società non finanziarie suggeriscono che la crescita si rafforzerà gradualmente e nella stessa direzione vanno i risultati dall’indagine di gennaio dei previsori professionali», si legge.
I rischi per la crescita economica restano orientati verso il basso, ma l’espansione economica potrebbe risultare inferiore se gli effetti della politica monetaria si rivelassero più forti delle attese. Anche un indebolimento dell’economia mondiale o un ulteriore rallentamento del commercio internazionale graverebbero sulla crescita dell’area dell’euro.
Tra i quattro grandi paesi dell’area dell’euro l’Italia e la Germania registrano la quota più alta di imprese vulnerabili sull’accesso ai finanziamenti, soprattutto quelle dell’industria, delle costruzioni e del commercio, ed è aumentata più per le grandi che per le piccole e medie imprese (Pmi).
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