
Unc: 26,8% imprese partecipate ha 0 addetti
Le unità economiche partecipate dal settore pubblico sono poco meno di 8 mila, per la precisione 7.808 e impiegano 924.892 addetti nel 2021, il 2% in meno rispetto all’anno precedente. Questo secondo i dati resi noti oggi dall’Istat.
Rispetto al 2020 si registra un’ulteriore riduzione, continua dal 2012, del 2,% in termini di unità mentre gli addetti aumentano dell’1,8%. L’aumento del numero di addetti riguarda in particolare le imprese con partecipazioni minoritarie, quote fino al 20%, che hanno in parte recuperato le perdite subite nel periodo precedente un +3,9% rispetto al 2020; -7,8% rispetto al 2019.
Delle 7.808 unità economiche a partecipazione pubblica, 5.697 sono imprese attive operanti nel settore dell’industria e dei servizi. Queste unità assorbono il 95,8% degli addetti delle unità partecipate e rispetto al 2020 aumentano dell’1,3% e del 2,0%, rispettivamente in termini di unità e di addetti. Le imprese agricole, istituzioni non profit, istituzioni pubbliche sono 1.890, le unità non classificate 34 e le unità economiche non attive che hanno presentato il bilancio o Unico 187.
Riguardo i dati forniti oggi dall’Istituto nazionale di statistica arriva puntuale il commento dell’Unione Nazionale Consumatori con le parole del presidente Massimiliano Dona.
«Al di là di questo calo modesto, si rileva un ribasso più significativo e apprezzabile per quanto riguarda le partecipate pubbliche non attive che hanno presentato il bilancio ma hanno zero addetti, anche se il dato resta inquietante, essendo ancora 187 su 7808, il 2,4%, erano 495 su 7969, il 6,2%, nel 2020 – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – Mentre resta vergognoso che nei settori dell’industria e dei servizi siano ben 1.525 su 5697, ossia il 26,8%, le imprese partecipate che, pur essendo attive, hanno zero addetti: 983 su 3751 nei servizi, pari al 24,1% e 622 su 1946 nell’industria, ossia il 32% – prosegue Dona – Ci si interroga: avendo zero addetti, cosa facciano».
I commenti ai dati Istat dell’Osservatorio Italiano sulle Partecipate Pubbliche.
«Le società Partecipate dalla Pubblica Amministrazione (PA) hanno un impatto significativo sulla competitività territoriale e sulla qualità della vita delle persone, operando in settori cruciali che con i loro servizi generano o distruggono benessere per le comunità. Le disparità nelle performance di queste società sono un fattore determinante nei divari territoriali italiani». Lo dichiarano Ivo Allegro e Melina Nappi membri del Comitato Tecnico Scientifico dell‘Osservatorio Italiano sulle Partecipate Pubbliche e Partner di Iniziativa nel commentare i dati diffusi oggi dall’Istat sulle Partecipate Pubbliche in Italia nel 2021.
«Il nuovo quadro normativo,- spiegano Allegro e Nappi – con il rilassamento dei vincoli dell’art.192 del D.lgs. 50/2016 nel nuovo codice dei contratti pubblici (D.lgs 36/2023) e quindi con una maggiore facilità agli affidamenti diretti a queste società è una prova di maturità per il sistema Italia che impone una valutazione più accurata delle prestazioni effettive delle partecipate. Bisogna, quindi, andare in questo settore ben al di là di visioni di breve termine, da politica con la p minuscola spesso volte a generare consenso ma non valore sociale per le comunità. Le regole attuali si concentrano sui benefici dell’affidamento in-house e sull’indicazione chiara dei vantaggi, evidenziando la necessità di un sistema di indicatori tempestivo per valutare le performance e il valore sociale generato dalle partecipate pubbliche.
Un processo di miglioramento e monitoraggio basato su definizioni precise dei KPI, misurazione periodica dell’impatto sociale, comunicazione trasparente delle performance e accountability è essenziale nel nuovo scenario normativo.
In questa prospettiva, attività di analisi come quella svolta dall’ISTAT sull’Universo delle partecipate hanno un valore importantissimo anche per think tank come il nostro Osservatorio Italiano sulle Partecipate Pubbliche, perché stabiliscono le tendenze macro e ci consentono di cogliere le evoluzioni di questo universo così importante per il nostro paese e che conta oltre 3.500 società e circa 600 mila addetti diretti.
Accanto a queste servono analisi più micro e profonde, come quelle che l’Osservatorio Italiano sulle Partecipate Pubbliche ha sviluppato di recente insieme alla Provincia Autonoma di Bolzano che consentono di introdurre valutazioni importanti in primis quelle sulla sostenibilità, l’impatto sociale ma anche le sfide da cogliere e da vincere per l’effettiva evoluzione delle performance di questo sistema e la generazione di valore sociale per le comunità in cui agiscono».
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