
Il cosiddetto “carrello della spesa” continua a decelerare e a gennaio segna +5,1%
L’Istat ha confermato un’inflazione in aumento in Italia. Nella stima definitiva si legge che il dato in questione, misurato dall’indice dei prezzi al consumo, sale allo 0,8% su anno dallo 0,6% di dicembre 2023, confermando così la stima preliminare. Inoltre registra un aumento dello 0,3% su base mensile.
La moderata accelerazione del ritmo di crescita dei prezzi è dovuta principalmente alla dinamica dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +3,7% a +4,2%) e dei beni alimentari non lavorati (da +7,0% a +7,5%) e all’attenuarsi della flessione dei prezzi dei beni energetici regolamentati (da -41,6% a -20,6%).
Il cosiddetto “carrello della spesa” continua a decelerare e segna +5,1% a gennaio.
L’inflazione di fondo frena la sua crescita: a gennaio è al +2,7% (da +3,1% del mese precedente).
«Prosegue inarrestabile la corsa dei prezzi, che salgono dello 0,3% su dicembre. Allarmante, soprattutto, il balzo degli alimentari che rincarano in un solo mese dello 0,8% nonostante alcuni prezzi siano oramai lunari. Ora che agli agricoltori è stato ripristinato il taglio dell’Irpef agricola bisogna che il Governo prosegua con ulteriori agevolazioni e convochi agricoltori, produttori, distributori e consumatori, così da rappresentare tutta la catena che va dal campo alla tavola, facendo quegli accordi di filiera non fatti con il Trimestre Anti-inflazione. E’ inaccettabile che il latte fresco intero, nonostante oramai costi più di un litro di benzina, aumenti ancora dello 0,2% in un solo mese, addirittura +1,1% quello conservato. Che dire poi dell’olio di oliva, da mesi in testa ai rialzi annui e che sale nuovamente nonostante costi già più dell’oro fuso, +2% in un solo mese, +44,4% su base annua», afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
«Per una coppia con due figli, l’inflazione a +0,8% significa, grazie al risparmio sulla voce Abitazione ed elettricità pari a 637 euro, un aumento del costo della vita pari a “solo” 181 euro su base annua, ma il problema è che servono 466 euro solo per far fronte ai rincari del 5,8% di cibo e bevande, 489 euro per il carrello della spesa. Per una coppia con 1 figlio, la spesa aggiuntiva annua è pari a 124 euro, ma 423 sono per mangiare e bere, 445 euro per i beni alimentari, per la cura della casa e della persona. In media per una famiglia occorrono 335 euro in più per nutrirsi. Il primato alle famiglie numerose con più di 3 figli con 213 euro, 554 per nutrirsi e dissetarsi», conclude Dona.
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