
Trump batte Haley che però non molla la presa, mentre Biden vince ma monta la protesta per Gaza
Joe Biden e Donald Trump vincono le primarie in Michigan rispettivamente quelle democratiche e quelle repubblicane. Si sta profilando, ma sembrava quasi scontato, lo stesso scenario del 2020, proprio ciò che desiderava il tycoon pronto a tutto pur di prendersi la sua rivincita contro il suo acerrimo nemico, colui che gli ha strappato quella poltrona di comando a lui tanto cara.
Il Michigan è uno degli Stati chiave nella corsa al 2024. Trump lo ha vinto nel 2016 superando di 11.000 voti Hillary Clinton. Nel 2020 è stato invece Biden a conquistarlo con un margine di solo il 2,78%.
Entrambi però si trovano di fronte a una opposizione interna non da poco. Trump ha battuto ancora Nikki Haley, ma la candidata repubblicana ha annunciato che intende restare in corsa almeno fino al Super Tuesday. «Siamo su una barca e possiamo affondare con lei e guardare il paese andare verso la sinistra socialista o possiamo prendere il gommone di salvataggio e andare in un’altra direzione», ha detto Haley usando una metafora nel corso di un’intervista a Cnn. Per l’ex ambasciatrice la strada si fa sempre più stretta per restare in corsa, ma la sua campagna continua a mostrarsi ottimista, convinta che i voti catturati da Haley sono la dimostrazione della spaccatura del partito repubblicano che, con Trump candidato, rischia di perdere a novembre anche di fronte a un Biden debole.
Per Biden, invece, la vittoria è più amara: nel suo partito cresce infatti il numero degli “uncommitted”, i non allineati per protesta contro la politica del presidente a Gaza. Per il presidente il voto degli uncommitted, rappresentati soprattutto dagli arabo-americani, è un segnale di preoccupazione guardando alle elezioni di novembre.
FOTO: SHUTTERSTOCK
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