In Argentina l’attività industriale cala del 7,4% su base annua a gennaio con l’utilizzo della capacità industriale installata nel settore che è stata del 54,6%, dopo il 62% di un anno fa. E’ quanto riporta il rapporto dell’Istituto argentino di statistica (Indec), secondo cui i principali indici negativi si osservano nelle sostanze e nei prodotti chimici e nel settore metalmeccanico, escluso quello automobilistico.
In particolare il settore metalmeccanico ha registrato un livello di utilizzo della capacità installata pari al 33,4 per cento, inferiore a quello registrato a gennaio 2023 che contava il 45,3%. La produzione di acciaio grezzo ha visto un calo annuale del 7,8%, mentre i prodotti alimentari e le bevande mostrano un livello di utilizzo della capacità installata pari al 57,7%, inferiore a quello registrato a gennaio dell’anno precedente (60,4 per cento), “legato principalmente alla minore produzione di bevande e latticini”.
La nazione è colpita da un’inflazione annua del 143%, la sua valuta è crollata e quattro argentini su dieci sono poveri. Il Paese ha anche un deficit fiscale enorme, di 43 miliardi di dollari, oltre a un debito di 45 miliardi di dollari nei confronti del Fondo monetario internazionale.
I tagli totali alla spesa ammonteranno al 2,9% del prodotto interno lordo. L’obiettivo del nuovo governo è eliminare l’anno prossimo il deficit di bilancio primario, che non tiene conto del pagamento degli interessi. E al momento il presidente ultraliberista sta portando a casa i primi successi.