Entro il 2050 la popolazione mondiale raggiungerà i 10 miliardi (Nazioni Unite) e sarà richiesto un aumento del 70% della produzione alimentare. Questa rapida crescita, unita all’urbanizzazione e alle pressioni sui cambiamenti climatici, presenta una sfida formidabile per i sistemi alimentari attuali. Le pratiche agricole tradizionali da sole non possono infatti soddisfare in modo sostenibile questa domanda, spingendoci verso un futuro definito da innovazione e cambiamenti climatici.
La tecnologia sta rivoluzionando ogni aspetto dell’industria alimentare, dalla produzione alla fornitura, fino al consumo. La pandemia di Covid-19 ha accelerato l’avvento di nuove tecnologie, dalla consegna a casa a l’etichettatura digitale, ai sistemi di tracciabilità basati su blockchain, consentendo ai consumatori di accedere a informazioni dettagliate sui prodotti consumati. Inoltre, l’intelligenza artificiale (IA) viene sempre più utilizzata per ottimizzare la produzione agricola, anticipando i risultati della produzione e personalizzando le raccomandazioni nutrizionali per i consumatori. Inoltre, le soluzioni Internet of Things (IoT) stanno minimizzando gli sprechi e migliorando l’efficienza nella logistica, contribuendo a creare un sistema alimentare più sostenibile.
Non solo. La crescente domanda di carne sta mettendo a dura prova le risorse idriche ed energetiche. Nel 2023, negli Stati Uniti, sono stati necessari 6813 litri d’acqua per produrre mezzo chilo di carne bovina. Pertanto ci si sta rivolgendo sempre di più alle proteine alternative che offrono una soluzione promettente per ridurre il fabbisogno idrico.
Le proteine a base vegetale, derivate da fonti come piselli, soia e lenticchie, stanno vivendo un’impennata di popolarità, offrendo ai consumatori opzioni nutrienti e rispettose dell’ambiente. La carne coltivata in laboratorio, sebbene ancora in fase embrionale, ha un potenziale immenso per rivoluzionare l’industria. Utilizzando la coltivazione e la fermentazione cellulare, (tecniche già consolidate nei settori farmaceutico e biotecnologico), la carne coltivata in laboratorio potrebbe ridurre significativamente l’impatto ambientale della produzione di carne e ridurre il rischio etico associato al benessere degli animali.
L’ondata di finanziamenti post Covid, guidata dal fascino di soluzioni climate tech con altissime promesse di ritorni finanziari, ha portato a valutazioni esagerate e alla creazione di diversi “unicorni” nel settore alimentare come ImpossibleFood, Instsacar, Bluapron e Doordash. Tuttavia, questa bolla è scoppiata, evidenziando le problematiche caratteristiche dell’industria alimentare rispetto al settore tecnologico. Affinché il settore possa davvero trasformarsi, il mercato deve rispondere con una strategia di investimento diversificata ed equilibrata. Oltre ai venture capitalist della Silicon Valley che hanno creato la prima ondata di investimenti, altri investitori come fondi di private equity, family office e fondi di pensione dovranno partecipare per fare in modo che la trasformazione del settore alimentare sia sostenibile e robusta.
Insomma il futuro del cibo è in rapida evoluzione. Tecnologia, intelligenza artificiale, proteine alternative e investimenti diversificati cambieranno il modo in cui mangiamo e produciamo cibo. Benché siano ancora numerose le sfide da affrontare, il potenziale di trasformazione positiva è immenso. Investendo nell’innovazione e promuovendo pratiche alimentari a impatto zero, possiamo creare un sistema alimentare più sostenibile sia per le persone sia per il pianeta.
DI ANDREA ZANON