Secondo Bankitalia ad aprile il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato di 11,5 miliardi su mese, risultando pari a 2.905,7 miliardi, mentre a marzo il dato aveva visto una crescita di 23 miliardi su febbraio risultando pari a 2.894,7 miliardi.
«Ennesimo nuovo record storico! Oramai la soglia di 3 mila miliardi di debito pubblico non appare più così distante, non è uno spettro ma una realtà che incombe su di noi. Anche se la riduzione dei tassi da parte della Bce può contribuire a ridurre il peso di questo macigno, con un abbassamento degli interessi pagati, è evidente che se il debito non comincia a scendere anche in valore assoluto saremo sempre esposti ai capricci dei mercati e a possibili attacchi speculativi come accadde nel 2011 – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. – Se fosse un debito a italiano si tratterebbe di una cifra pari a 49 mila e 251 euro: da non dormirci la notte».
L’intero aumento del debito, spiega la Banca d’Italia, è dovuto alle Amministrazioni centrali, mentre sia quello delle Amministrazioni locali sia quello degli Enti di previdenza è rimasto sostanzialmente stabile.
La vita media residua del debito è rimasta stabile a 7,8 anni.
Sempre ad aprile le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 40,6 miliardi, in aumento del 5,0 per cento (1,9 miliardi) rispetto al corrispondente mese del 2023. Secondo i dati nei primi quattro mesi del 2024 le entrate tributarie sono state pari a 163,5 miliardi, in aumento del 7,1 per cento (10,8 miliardi) rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.
Nel 2023 è sceso il costo apparente del debito dell’Italia portandosi al 2,9%, rispetto al 3,2% del 2022. E’ quanto rileva Eurostat secondo cui si tratta del quinto livello più alto nell’Ue, alle spalle di Ungheria (6,8%), Romania (4,5%), Polonia (4,5%) e Cechia (3,2%).