Dal 29 settembre l’uso dell’antivirus Kasperky sarà vietato in tutti gli Stati.Si tratta di un ban totale che fa seguito a quello già registrato a livello governativo, nel 2017 dal governo Trump. Allora fu il Dipartimento della sicurezza nazionale, oggi il Dipartimento del Commercio. In entrambi i casi sotto i riflettori ci sarebbero i presunti legami con il Cremlino.
In particolare sotto accusa, secondo quanto sostenuto dall’amministrazione Biden, ci sarebbe l’accesso privilegiato del software ai sistemi informatici che potrebbe permettere il furto di informazioni e dati sensibili dai pc degli utenti americani o di installare malware.
Immediata la replica del Cremlino che, invece, considera la decisione degli Stati Uniti di vietare le vendite del software Kaspersky una classica strategia statunitense per soffocare la concorrenza straniera con i prodotti americani. Questo perché, come ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, Kaspersky è un’azienda “molto competitiva” sui mercati internazionali. Da parte sua Kaspersky, che ha confermato di non avere legami con il potere politico di Mosca ma di essere solo un’azienda privata, ha già annunciato che adotterà tutte le misure e le opzioni legali per preservare la sua immagine e la sua attività.