Si conferma quindi efficace il meccanismo dei bonus energetici, che ha permesso di allargare la platea dei consumatori economicamente più deboli, anche grazie all’automatismo e al potenziamento nel 2023 con interventi mirati da parte del Governo.
Per il presidente di ARERA, Stefano Besseghini occorre considerare una possibile evoluzione: «Oggi la difficoltà è intercettare la fascia di consumatori non classificabili come poveri in senso stretto ma la cui bassa capacità di spesa li espone a rischi quando aumentano i prezzi dell’energia. Il passaggio di alcuni oneri generali di sistema presenti in bolletta alla fiscalità generale permetterebbe di incrociare meglio gli effettivi livelli di reddito e di intervenire sulla povertà energetica».
Nel periodo gennaio-dicembre 2023 sono stati erogati circa 4,576 milioni di bonus elettrici per disagio economico, erano 3,8 milioni nel 2022 e 2,5 milioni nel 2021, anno di prima applicazione del meccanismo automatico di riconoscimento, di cui 1,5 milioni di nuclei familiari appartenenti alla soglia potenziata del 2023, tra i 9.530 e 15.000 euro di ISEE.
Nello specifico, per quanto riguarda il bonus elettrico, si registra ancora un incremento diffuso in tutte le aree del Paese e il maggior numero di bonus riconosciuti nelle regioni del Sud (32,67%) rispetto alle altre quattro aree del Paese (Isole, Nord Est, Nord Ovest e Centro).
Anche per il bonus gas, il maggior numero di riconoscimenti c’è stato nelle regioni del Sud (28,8%), anche se la Lombardia resta la regione con più beneficiari in assoluto, il 12% delle forniture domestiche della Regione.
«Ottima notizia, anche se si tratta di dati, purtroppo, vecchi e superati. Nel 2024, infatti, il Governo Meloni non ha rinnovato le soglie Isee introdotte da Draghi, che per l’anno 2023 erano diventate pari a 15.000 euro e a 30.000 euro per i nuclei familiari con almeno 4 figli a carico. Ora, i limiti sono tornati ad essere, rispettivamente, 9.530 euro e 20.000 euro per i nuclei con almeno 4 figli a carico», afferma Marco Vignola, vicepresidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
«Uno schiaffo in faccia a chi fatica ad arrivare a fine mese, come abbiamo ripetutamente denunciato, specie se si considera che le famiglie escluse, oltre a non poter beneficiare del bonus, non possono essere considerate nemmeno vulnerabili e quindi, non hanno potuto beneficiare dei prezzi più vantaggiosi che attualmente quel servizio offre rispetto al mercato libero», conclude Vignola.