Il consiglio di politica della Banca del Giappone non è stato concorde nel decidere se aumentare ulteriormente i tassi di interesse durante la riunione di fine luglio. Ma la banca centrale giapponese è sembrata decisa a diminuire il “quantitative easing”, ovvero gli acquisti di titoli di Stato giapponesi (JGB), che sono stati un segno distintivo della banca centrale per decenni. Questo in sinetsi quanto si legge nei verbali della BoJ appena pubblicati.
I membri del Consiglio di Amministrazione “hanno condiviso il riconoscimento che, per consentire una formazione regolare dei tassi di interesse a lungo termine nel mercato, è appropriato che la Banca del Giappone proceda con una riduzione considerevole” della quantità di JGB acquistati dalla banca centrale, secondo i verbali della sessione del 30-31 luglio.
Per quanto riguarda l’inflazione hanno ribadito la stima secondo cui i prezzi al consumo core (CPI), che esclude gli alimenti freschi, si ridurranno fino a rientrare nell’obiettivo annuale del 2% nel 2025. La previsione della banca centrale è che il CPI core si attesti al 2,5% nell’anno fiscale 2024 conclusosi il 1° aprile, per poi raggiungere il 2% negli anni fiscali 2025 e 2026.
Il CPI core del Giappone ha registrato un tasso del 2,8% su base annua ad agosto, ancora al di sopra dell’obiettivo della banca centrale, ed è rimasto fermo nella fascia tra il 2% e il 3% per gran parte del 2024.
Il consiglio di politica sembra aver accettato la previsione della Banca del Giappone fatta a fine luglio, secondo cui il prodotto interno lordo (PIL) del Giappone si sarebbe espanso dello 0,6% nell’anno fiscale 2024 e poi dell’1% negli anni fiscali 2025 e 2026.
Nella riunione di settembre la BoJ ha lasciato ferma la sua politica monetaria.