Parte oggi il primo dei vari scioperi in agenda questo mese. Ad inaugurare la lunga serie di agitazioni è il settore dei treni con uno stop di otto ore dalle 9 di questa mattina alle 17. Decine le corse soppresse e numerosissimi i ritardi registrati dalle prime ore. Garantite le principali frecce a media-lunga percorrenza la cui partenza, ed il cui arrivo, non rientrano nella fascia di sciopero.
Oggi, martedì sei maggio il gruppo FS sciopererà dalle 9 alle 17. Ad essere coinvolti saranno i servizi ferroviari e varie società con i sindacati di categoria: Filt–Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl ferrovieri, Fast-Confsal, Orsa. Previsti forti disagi e “impatti sulla circolazione ferroviaria” che potrebbero “comportare cancellazioni totali e parziali” di Frecce, Intercity e treni del Regionale di Trenitalia.
Un mese di passione quello che si sta delineando all’orizzonte soprattutto sui trasporti. Sono infatti una trentina le mobilitazioni previste sia a livello nazionale che locale, come confermato dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti.
Intanto si registra il caos all’interno delle maggiori stazioni, con ritardi che arrivano anche a 90 minuti, sia per gli arrivi sia per le partenze. Revocato, invece, lo sciopero previsto per venerdì e che avrebbe riguardato il settore aereo.
Al centro delle agitazioni odierne, il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro scaduto il 31 dicembre 2023 come confermato dal segretario generale della Cgil, Maurizio Landini “Pieno sostegno allo sciopero dei ferrovieri per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, scaduto il 31 dicembre 2023”. “Quella dei ferrovieri, insieme a molte altre, sia nel settore pubblico che in quello privato, è un’altra importante categoria – sottolinea il leader della Cgil – senza contratto e ancora senza un rinnovo che permetta di aumentare il valore reale dei salari anche in rapporto all’inflazione. Tutto questo è inaccettabile”.
“Per questo è necessario dare ora una decisiva accelerata alla trattativa, riconoscendo agli oltre 90 mila ferrovieri e lavoratori degli appalti, oggi in sciopero, un adeguato aumento salariale, in grado di aumentare il potere d’acquisto eroso dall’inflazione e ottenere, dal punto di vista normativo, un’adeguata conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro”.
Immediato il commento di Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti secondo cui “il diritto allo sciopero è sacrosanto, ma fare nei trasporti quasi uno sciopero al giorno non aiuta lavoratrici e lavoratori che utilizzano il trasporto pubblico. Mi auguro che il diritto allo sciopero venga esercitato nel rispetto di tutti i lavoratori”.