Conte: “Più saremo responsabili e prima avremo altre libertà”
L’Italia finalmente riparte. Il tanto atteso primo giorno della Fase 2 è arrivato. Dopo due mesi di lockdown rialzano le saracinesche le aziende manifatturiere, tutto il settore dell’auto, la moda, il tessile, i cantieri edili e il commercio all’ingrosso, oltre a quello al dettaglio di fiori e piante. Tornano così al lavoro 4 milioni di persone mentre 2,7 milioni resteranno ancora a casa. La stra grande maggioranza di lavoratori sono uomini, circa 3,3 milioni (il 74,8% del totale), mentre le donne sono 1,1 milioni donne (25,2%). Si tratta soprattutto di over 50 e di residenti al Nord. In Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte, Veneto e Marche il tasso di rientro oscilla intorno al 69%. In altre zone del Paese, invece, il tasso è più basso, come in Valle d’Aosta (49,3%), Lazio (46,7%), Sicilia (43,4%), Calabria (42,5%) e Sardegna (39,2%).
E proprio alla vigilia di questa ripartenza il premier Conte ha invitato tutti gli italiani a mantenere le distanze, ad essere responsabili e a rispettare tutte le regole, perché proprio adesso sono possibili nuovi contagi. “Come mai prima, il futuro del Paese sarà nelle nostre mani – ha scritto il presidente in un post su Facebook. – Serviranno ancora di più collaborazione, senso civico e rispetto delle regole da parte di tutti. Dovremo tenere sempre alta l’asticella dell’attenzione, continuare a mantenere la distanza interpersonale, a indossare la mascherina quando e dove sarà necessario, e a lavarci spesso e con cura le mani. Più saremo scrupolosi nell’osservare le indicazioni di sicurezza e prima potremo riconquistare altri spazi di libertà. Non sperperiamo quello che abbiamo faticosamente guadagnato in cinquanta giorni. Dovremo tutti insieme cambiare marcia al Paese. Con prudenza, decisi e determinati ad andare avanti ma senza rischiare di fermare il motore. Non c’è una ricetta giusta per garantire la ripartenza senza pensare in primo luogo alla salute e alla sicurezza di tutti noi. Sono fiducioso, insieme ce la faremo“.
Proprio per organizzare il rientro a lavoro di milioni di persone, le grandi città si sono preparate alla ripartenza con nuove regole. A Milano la capienza dei mezzi sarà ridotta al 25%. Si passerà da un milione e 400 mila passeggeri pre Covid a un massimo di 400 mila, che dovranno prepararsi a un viaggio in guanti e mascherina. Palazzo Marino ha invitato le aziende a proseguire con lo smartworking e i cittadini a usare le bici, con altre piste dedicate alle due ruote già create in alcune vie, o andare a piedi, ma c’è comunque il rischio che sui mezzi pubblici ci sia una situazione non gestibile. Per questo le istituzioni si appellano alla responsabilità individuale, tanto sui mezzi quanto nei parchi, che riaprono così come le librerie e gli alberghi, i cimiteri e i cantieri.
A Roma bus e metro sono attivi fino alle 23.30 ma a bordo è previsto l’obbligo di mascherina e la capienza è ridotta al 50% su ogni mezzo. Stazioni, bar e locali sono sorvegliati speciali con droni a sorvolare i parchi che iniziano a riaprire i cancelli, prime fra tutte Villa Borghese e Villa Pamphilj.
A Napoli è previsto il ritorno a casa di molte persone bloccate a Nord. Per questo sono attivi rigidi controlli predisposti alla Stazione Centrale e all’aeroporto. Saranno aperti 13 parchi comunali ed i cimiteri. Il sindaco De Magistris lancia un appello al prefetto per rafforzare i controlli anti-assembramenti. Come da ordinanza regionale, tutti devono indossare obbligatoriamente la mascherina ed è previsto l’ accesso scaglionato per i dipendenti negli uffici pubblici. Riparte anche l’asporto e si potrà passeggiare.
A Torino il numero di mezzi pubblici sono raddoppiati, con posti limitati e dispenser di gel igienizzante a bordo. L’azienda di trasporto pubblico riporterà il numero delle vetture in circolazione nelle ore di punta a 615, rispetto alle 368 del lockdown. Ma sui bus più piccoli saranno ammessi soltanto 20 passeggeri alla volta, 30 sui pullman da 18 metri e sui tram; i percorsi sono differenziati in metro.
A Bologna invece, Tper, l’azienda che gestisce gli autobus, ha predisposto un piano per garantire i flussi in aumento (fin qui calati di circa il 90%), ma anche il distanziamento sui mezzi. Ovunque, come nel resto della Regione, saranno obbligatorie le mascherine. Riapriranno parchi e cimiteri. Rimangono invece chiusi per altre due settimane le biblioteche e gli impianti sportivi comunali, in attesa della definizione dei protocolli.
A Firenze si viaggerà su bus e tramvia solo se muniti di mascherina e guanti e stando distanti un metro, riapriranno parchi e giardini non recintati come le Cascine, si potrà andare al cimitero mentre per bar e ristoranti, per i quali era già consentita la vendita da asporto, sarà possibile il take away senza bisogno di prenotare ma evitando gli assembramenti. Il 6 maggio riapriranno poi gli orti urbani e le attività di assistenza alle famiglie con bambini nei giardini. Riaprono anche l’aeroporto e il Duomo per la preghiera individuale. Confcommercio riapre i negozi, ma solo dalle 10.30 alle 13, come segno di protesta.
A Palermo, dopo quasi due mesi in casa, i bambini, uno per volta accompagnato da uno solo dei genitori, potranno accedere ai parchi ma gli ingressi sono però contingentati: per entrare, in base alle disposizioni del comune, bisognerà prenotarsi nel sito dell’amministrazione. Pronti anche gli autobus dove sono stati sistemati gli adesivi nelle postazioni per garantire i distanziamenti dei passeggeri. Aperti anche i cimiteri con accessi contingentati e consentiti, attraverso prenotazione on line.
di: Maria Lucia PANUCCI
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