
Tra i contatti anche F2i e Cdp
La famiglia Benetton è pronta ad aprire il capitale di Autostrade a soci di minoranza, purché questo risponda a una logica industriale e in prospettiva porti valore a tutti gli stakeholders coinvolti. La conferma è arrivata dalla pubblicazione delle risposte alle domande dei soci, che sono state presentate ai vertici di Atlantia in vista dell’assemblea degli azionisti di oggi, “Atlantia si è dichiarata disponibile, a seguito del ripristino di una situazione di certezza circa la Convenzione e circa le regole applicabili, a valutare l’ingresso di soci terzi nel capitale di Autostrade per l’Italia nel rispetto dei diritti degli attuali soci di minoranza già presenti nel capitale“.
Trattative vere e proprie ancora non ce ne sono. Si parla solo di alcuni contatti preliminari con primari investitori istituzionali nazionali e internazionali interessati a valutare un eventuale investimento nella società. “Al momento, non essendosi ancora avverate le citate condizioni per l’avvio di una vera e propria trattativa, – ha precisato ancora Atlantia – sono in essere unicamente alcuni contatti preliminari con primari investitori istituzionali nazionali e internazionali interessati a valutare un eventuale investimento nella società, qualora appunto dette condizioni si avverassero“. Tra i contatti preliminari avviati figurano quelli con Fondi Italiani per le Infrastrutture e Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. “La diluizione nella holding, per i Benetton, potrebbe essere accettabile se servisse per superare l’impasse venutasi a creare con il governo e potrebbe anche coinvolgere, dietro apporto di asset, anche un grande player infrastrutturale privato“, continua la nota.
Nei documenti assembleari di risposta agli azionisti, Atlantia spiega che “in caso di revoca della concessione, tutti i creditori di Autostrade per l’Italia potrebbero esercitare il recesso e richiedere il ripagamento immediato dei rispettivi prestiti“. Tuttavia, poiché l’art. 35 del Milleproroghe, “ha ridotto considerevolmente e in modo arbitrario l’importo dell’indennizzo previsto in Convenzione unica ed escluso che l’efficacia del provvedimento di revoca sia sottoposto al pagamento dell’indennizzo, Autostrade per l’Italia sarebbe tenuta a ripagare tale ingente ammontare di debiti senza avere le risorse finanziarie necessarie“.
Possibile tensione finanziaria anche dalla sola emergenza sanitaria: “Al 31 dicembre 2019 i covenant relativi ai debiti finanziari verso istituti di credito delle società del gruppo risultano tutti rispettati”. Ma “le tensioni finanziarie generate successivamente alla chiusura dell’esercizio dalle restrizioni normative alla mobilità conseguentialla diffusione della pandemia da COVID-19 e dai conseguenti impatti sul traffico e sui risultati delle concessionarie del Gruppo Atlantia, potrebbero generare impatti sui covenant previsti nei rispettivi contratti di finanziamento“.
di: Maria Lucia PANUCCI
LEGGI ANCHE: Caos Governo: Atlantia sbotta e minaccia stop investimenti Autostrade