
Il Capo della vigilanza dell’istituto centrale conferma che il sistema bancario è partito a rilento, ma andrà meglio a regime
Il sistema bancario ha reagito a rilento di fronte all’emergenza data dal Coronavirus con tanti, troppi ritardi che hanno causato non pochi problemi ad aziende e lavoratori. Ma adesso, una volta tornati a regime, sembra rispondere bene al carico di lavoro esercitato dai decreti governativi per garantire liquidità alle imprese. La conferma arriva dal responsabile della vigilanza di Banca d’Italia Paolo Angelini in audizione alla Commissione d’inchiesta. Dopo le rassicurazioni da parte del ministro dell’Economia Gualtieri, intervenuto ieri nella trasmissione di Bruno Vespa Porta a Porta (leggi qui), adesso anche il capo della vigilanza dell’istituto centrale è tornare a puntare i riflettori sull’efficacia delle misure messe in campo in risposta all’emergenza Coronavirus nel settore del credito alle attività economiche.
Non sono passati inosservati i ritardi soprattutto di alcuni istituti di credito nell’erogazione dei prestiti con garanzia dello Stato e per questo Bankitalia ha fatto sapere di aver mandato loro una lettera per capire i motivi di questi ritardi. “Abbiamo appena inviato una comunicazione a un gruppo di banche che presentano un numero di erogazioni in rapporto alle richieste ricevute inferiore al valore mediano del sistema – ha spiegato Angelini. – Nella lettera chiediamo informazioni sulle cause dei ritardi, pur sottolineando la loro piena autonomia nella decisione di concedere o meno i finanziamenti“. Ebbene, dalle prime evidenze, sembra che i ritardi non siano legati al capitale o alla liquidità delle banche ma a una serie di fattori temporanei quali l’organizzazione, l’elevato numero di domande, le norme e le difficoltà della pandemia.
Nel dettaglio, il dirigente della Banca d’Italia ha spiegato che alcune banche introducono criteri più restrittivi che possono allungare la durata dell’istruttoria o possono portare al diniego del prestito. “Questo accade perché pur essendo in presenza di una garanzia del 100%, alcune banche temono il rischio legale legato ad erogare a chi non ha merito di credito“. E con tale riferimento invita il legislatore a intervenire sulla materia: “la mancanza di una norma che faccia salve esplicitamente le banche è uno dei motivi per cui le banche dichiarano di voler guardare le pratiche con attenzione“.
Per Angelini, comunque, è necessario chiarire le procedure per le domande già presentate dopo le modifiche introdotte in sede di conversione del decreto Liquidità. “Qui il da fare c’è sicuramente. Il Mediocredito è al lavoro su questo fronte e siamo fiduciosi“, ha detto. In particolare, Angelini specifica che è “presumibile che saranno necessarie integrazioni alle domande presentate da parte dei debitori e alle istruttorie degli intermediari, che andranno adeguatamente gestite per evitare nuovi rallentamenti“. Ed invita comunque tutte le banche ad attivarsi rapidamente per rimuovere eventuali cause di ritardo imputabili a loro carenze.
Ma non è tutto perché secondo Bankitalia anche gli istituti di credito saranno colpiti dalla crisi. “Una perdita del 9% del Pil quest’anno – spiega riferendosi alle stime della stessa Banca d’Italia – non potrà non incidere sulle imprese e, a catena, sulla banche che sono esse stesse imprese”.
di: Maria Lucia PANUCCI
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