
L’accordo è stato raggiunto dopo le osservazioni dell’Antitrust. Il ramo d’azienda ceduto è composto da depositi e raccolta indiretta per un valore di 26 miliardi di euro
Da 400 a 532. E’ stata rivista al rialzo la fetta di filiali che Bper acquisirà da Intesa Sanpaolo qualora questa riesca a condurre in porto l’Offerta pubblica di scambio per Ubi. Dopo l’intervento dell’Antitrust che sembra sottolineare ampi profili critici per quel che riguarda la concentrazione e la concorrenza (leggi qui), la banca emiliana ha puntato a rialzo l’accordo integrativo con Intesa nell’ambito dell’Ops su Ubi Banca.
Il ramo che passerà nelle mani di Bper sarà composto da depositi e raccolta indiretta da clientela stimati rispettivamente in circa 29 miliardi di euro e 31 miliardi e da crediti netti stimati in circa 26 miliardi. Oltre il 70% delle masse afferenti al ramo sono relative a clientela basata nelle regioni settentrionali del Paese.
“La natura dell’accordo integrativo – si sottolinea in un comunicato di Bper – conferma il razionale strategico ed industriale dell’operazione, in linea con gli obiettivi di crescita dimensionale e consolidamento del posizionamento competitivo del Gruppo Bper, rafforzandone sia la base di clientela che le quote di mercato in regioni di grande rilevanza economica dove attualmente Bper ha una presenza limitata“.
Il corrispettivo per la cessione del ramo sarà pagato per cassa e finanziato per mezzo dell’aumento di capitale fino a un miliardo di euro in opzione agli azionisti di Bper.
L’obiettivo resta quello di far partire l’offerta tra giugno e luglio, per evitare di restare intrappolati in agosto, mese storicamente dalla bassa operatività, che potrebbe pregiudicare il buon esito dell’operazione.
di: Maria Lucia PANUCCI
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