
Il gigante del mobile aveva previsto una contrazione del business del 70-80% all?inizio della crisi ma con le riaperture a maggio la domanda è stata maggiore del previsto”
Ikea ha deciso di restituire i soldi ricevuti da otto Paesi europei e dagli Stati Uniti durante il picco della pandemia. Ecco a voi una storia positiva, di onestà. Il gigante del mobile aveva previsto una contrazione del business del 70-80% all?inizio della crisi ma poi, con la riapertura di tutti i suoi punti vendita a maggio, la domanda di articoli per la casa è stata maggiore del previsto e quindi i sussidi ricevuti sono stati restituiti. “Ora che ne sappiamo di più rispetto a febbraio o marzo, abbiamo deciso che la cosa giusta fosse dire: ‘Grazie, ci avete aiutato in questo periodo difficile e ora vi rendiamo la cortesia‘”, ha dichiarato Tolga Oncu, retail operations manager di Ingka Groupal Financial Times.
I magnanimi sono stati Belgio, Croazia, Repubblica Ceca, Irlanda, Portogallo, Romania, Serbia, Spagna e Stati Uniti. Alcuni di loro sono stati rimborsati anche se non si sa né quali né con quale somma.
Nel pieno dell’emergenza sanitaria, il 90% dei negozi Ikea nel mondo aveva dovuto chiudere. “Tuttavia – ha precisato Oncu – quando la nebbia ha iniziato a diradarsi abbiamo visto che la crisi non è stata così grave come temevamo e che non sarebbe durata tanto a lungo quanto avevamo preventivato. Per questo restituire i sussidi era la cosa giusta da fare. È importante per noi mantenere buone relazioni con le società e le comunità alle quali siamo vicini“.
di: Maria Lucia PANUCCI
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