La crescente disoccupazione, i danni ai bilanci delle aziende e l’attuale distanziamento sociale possono ostacolare la ripresa
C’è aria di ripresa nell’Eurozona dopo lo shock provocato dalla pandemia di Covid-19 nei mesi scorsi. Lo confermano i dati preliminari degli indici PMI manifatturieri e dei servizi del mese di luglio. In generale l’indice PMI manifatturiero è risalito a 51,1 punti dai 47,4,4 precedenti, risultando superiore ai 50 punti attesi dagli analisti. Recupera anche quello dei servizi, attestandosi a 55,1 punti dai 48,3 precedenti, superando i 51 punti del consensus. Di conseguenza il PMI composito si porta a 54,8 punti da 48,5 precedenti.
Andando ai singoli Paesi, la Germania mostra un miglioramento del PMI manifatturiero a 50 da 45,2 e del PMI sevizi a 56,7 da 47,3. In Francia, il primo si porta a 52,6 da 52,3, pur risultando sotto il consensus di 53,2, ed il secondo a 57,8 da 50,7. «Le aziende dell’area euro hanno riportato un incoraggiante inizio del terzo trimestre, con la crescita della produzione di luglio al tasso più veloce in poco più di due anni per via dei graduali allentamenti delle restrizioni e della riapertura dell’economia. Anche la domanda ha dato segnali di ripresa, contribuendo a frenare il tasso di disoccupazione», ha spiegato Chris Williamson, Chief Business Economist di IHS Markit che ha raccolto i dati.
Preoccupa il fatto che le aziende continuano a ridurre il loro personale (leggi qui) e a questo si aggiungono i timori che la domanda a medio termine sarà insufficiente a sostenere il recente miglioramento della produzione. «Nei prossimi mesi sarà dunque necessario che la
domanda continui a recuperare terreno, ma la paura è che la crescente disoccupazione, i danni ai bilanci delle aziende e l’attuale distanziamento sociale, probabilmente ostacoleranno la ripresa», ha concluso.
di: Maria Lucia PANUCCI
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