Sussistono ragioni storiche, culturali, etniche e climatiche che non permettono all’Europa di essere un “sol uomo”
Spesso, quando mi reco in edicola per comprare La Verità, mi sento rispondere “ti fa male, lo so”, citando il celeberrimo brano di Caterina Caselli. Vorrei parlare, prima o poi, del piacere antico che mi dà comprare il giornale nelle edicole, e di questa categoria sfavorita: nel mio quartiere ne è rimasta solo una. Non è solo una canzone, la verità fa male davvero, spesso, o quasi sempre, la si nega. Agli europeisti fanatici, o agli zerbinati alla dittatura intellettuale, per esempio, ferirà parecchio ammettere che l’Europa, intesa come Unione Europea, è morta: tant’è che non lo ammettono, anzi, in un canto del cigno, strombazzano con le “vuvuzela” dei loro giornali e dai pulpiti dei loro profili social, che la trattativa sul Recovery Fund ha ottenuto un risultato storico.
L’UE, tutto sommato, non è neanche deceduta, in quanto non può morire ciò che non è mai esistito. Ne è stata la prova l’atteggiamento dei suoi leader durante la pandemia e adesso, se ci fosse stato bisogno di un’autopsia, questa estenuante e patetica trattativa di quattro giorni e quattro notti l’ha sancito definitivamente. Non è mai esistita semplicemente perché, parafrasando la grande Ida Magli, l’Italia non è la Virginia, la Francia non è la Florida e la Germania non è il Wisconsin. Sussistono ragioni storiche, culturali, etniche e financo climatiche che non permettono all’Europa di essere un “sol uomo”: non ce l’ha fatta Roma, ha fallito Carlo Magno, volete che ci riescano Ursula Von Der Leyen e David Sassoli? E non è il complottismo di qualche infiltrato “putiniano” o di una gola profonda “trumpiana” che vogliono l’Europa più debole per potervi banchettare, perché l’Europa è debole tout court, adesso. Dicono: “è proprio l’Unione Europea che ha impedito il prevalere degli egoismi nazionali”. E con chi dobbiamo farla, l’unione? Con la Papua Nuova Guinea? Col Suriname? Con la Kam?atka? No, abbiamo omologato uno standard tra Italia e Svezia, solo che ci stiamo sulle balle gli uni con gli altri, ma non da ieri, da quando loro portavano gli elmi con le corna e noi esportavamo la cultura di Virgilio.
Qual è il vantaggio di prendere soldi a strozzo, pagati dai nostri contribuenti all’erario europeo e riaverli indietro facendo i compitini che ci dice chi non sa nemmeno la differenza tra Molise e Basilicata? Facciamoci 10 BTP Italia pubblicizzati come si deve e buonanotte. Lasciamoci alle spalle questa brutta storia, liberi tutti, riprendiamoci le aziende fuggite in Olanda con un fisco equo, altro che togliere Quota 100. Creiamo un’alleanza latina tra paesi dell’Europa meridionale, dove ognuno è libero e si fa blocco nelle questioni internazionali, con partnership mirate con UK, USA e altri paesi amici. Questo è il sovranismo: darsi la mano senza scambiarsi la pelle.
di: Matteo VALLÉRO
Direttore editoriale Business24
articolo uscito nella rubrica IL CAPITALE sul quotidiano La Verità di ieri 23 Luglio 2020
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