
Ma resta il grosso problema del lavoro
Le piccole e medie imprese dell’Eurozona confermano un trend di ripresa dopo il periodo di lockdown dovuto al Coronavirus. A luglio l’indice è risalito a 51,8 punti rispetto ai 47,4 del mese precedente ed ai 51,1 della stima preliminare e del consensus. Siamo sempre sopra la soglia dei 50 punti che denota lo spartiacque fra recessione ed espansione.
Guardando ai singoli Paesi, il PMI in Italia si è portato a 51,9 punti dai 47,5 precedenti, risultando al di sopra dei 51,2 del consensus. Poco meno registra quello della Germania che è salito a 51 punti rispetto ai 45,2 precedenti, al di sopra dei 50 del consensus. Il dato della Francia si è attestato a 52,4 punti, sopra le attese (52) dai 47,5 precedenti, mentre la Spagna ha recuperato a 53,7 punti dai 49 del mese precedente e rispetto ai 51,2 stimati.
«Le aziende manifatturiere dell’Eurozona hanno riportato un ottimo inizio del terzo trimestre, con la produzione in crescita al tasso più rapido in oltre due anni, causata dal forte aumento della domanda», ha spiegato il capo economista di IHS Markit, Chris Williamson che però pone l’accento negativo sul fronte lavoro. «I livelli occupazionali continuano a destare le preoccupazioni maggiori, soprattutto perché il mercato del lavoro sarà probabilmente il fattore chiave nel determinare il percorso di ripresa dell’economia. I dati dei prossimi mesi – ha concluso – saranno importantissimi nel valutare se la recente ripresa della domanda avrà un seguito, aiutando quindi le aziende a recuperare la produzione persa e alleviando il bisogno di ulteriori tagli futuri».
di: Maria Lucia PANUCCI
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