
Il magazzino delle entrate iscritte a ruolo ma ancora da incassare ammonta a 954,7 miliardi di euro a fine 2019
Lo Stato dovrebbe recuperare una montagna di debiti fiscali. Il “magazzino” delle entrate iscritte a ruolo ma ancora da incassare ammonta infatti a 954,7 miliardi di euro a fine 2019, ma di questi importi sono 79,6 miliardi quelli che hanno concreta probabilità di finire nelle casse erariali. Per il resto si tratta di importi relativi a soggetti falliti, ditte cessate e contribuenti definiti con “anagrafe tributaria negativa”, di fatto nullatenenti. E’ quanto emerge dal giudizio di parifica della Corte dei Conti su dati dell’Agenzia entrate-riscossioni.
L’allentamento del 2018, dovuto all’arrivo di alcune sanatorie, il ricorso al fermo amministrativo dei veicoli, le cosiddette “ganasce fiscali”, è tornato ad essere utilizzato: i 929,997 avvisi di fermo del 2019 si sono trasformati per 270.310 contribuenti in “ganasce” reali, di fatto triplicando il numero rispetto alle 99.090 trascrizioni dell’anno precedente.
Il recupero “coattivo” di imposte risulta meno efficace per i grandi contribuenti e per le “iscrizioni a ruolo” sopra i 100 mila euro l’incasso medio si ferma al 2,7%. Il calcolo riguarda le “cartelle” affidate dal 2008 al 2019 e mostra che a fronte di 302,9 miliardi di imposte da riscuotere coattivamente relative a ruoli superiori a 100 mila euro, l’incasso è stato di 8,2 miliardi, appunto il 2,7%. Sotto questa soglia, invece, gli importi affidati erano pari a 166 miliardi e il recupero si è attestato a 31,7 miliardi, pari al 19,1%.
di: Maria Lucia PANUCCI
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