
Grandi difficoltà anche per le regioni del Centro
Da Nord a Sud. Stiamo vivendo una recessione senza precedenti in tutte le Regioni d’Italia per effetto delle ripercussioni della pandemia da Covid-19. SVIMEZ (Associazione per lo Sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno) fotografa un Paese “unito” da un crollo dell’economia dalla portata eccezionale. La ripartenza attesa per il 2021, però, interesserà in primis le Regioni del Nord. Sarà più lenta invece al Sud, ove una parte non riuscirà a ripartire.
Secondo l’indagine il primato negativo del crollo del PIL nell’anno del Covid-19 spetta ad una regione del Mezzogiorno e ad una del Nord: la Basilicata (-12,6%), solo marginalmente interessata dalla pandemia, e il Veneto (-12,2%), una delle Regioni maggiormente colpita dal virus. La Lombardia invece, epicentro della crisi sanitaria, perde 9,9 punti di PIL nell’anno in corso. Perdite superiori al 10% si registrano poi in Emilia Romagna (-11,2%), Piemonte (-11%) e Friuli (-10,1), per quanto riguarda il Nord; al Centro Umbria (-11,1%) e Marche (-10,6%); nel Mezzogiorno abbiamo il Molise (-10,9%). Meglio fanno la Campania e la Puglia che perdono rispettivamente l’8 e il 9%. Più contenute le perdite in Calabria (-6,4%), Sardegna (-5,7%) e Sicilia (-5,1%), economie regionali meno coinvolte negli interscambi commerciali interni ed esteri e, dunque, più al riparo dalle ricadute economiche della pandemia.
Nel 2021 si registreranno enormi differenze in fatto di crescita tra Nord e Sud. L’unica regione italiana che recupera in un solo anno i punti di PIL persi nel 2020 è il Trentino. A seguire, abbiamo +7,8% in Veneto, +7,1% in Emilia Romagna, +6,9% in Lombardia. Segno, questo, che le strutture produttive regionali più mature e integrate nei contesti internazionali perdono più terreno nella crisi ma riescono anche a ripartire con più slancio, anche se a ritmi insufficienti a recuperare le perdite del 2020. Maggiori le difficoltà a ripartire ce l’avrà il Friuli, il Piemonte, la Valle d’Aosta e, soprattutto, la Liguria.
Le Regioni centrali sono accomunate da una certa difficoltà di recupero, in particolare Umbria e Marche, fino poi ad arrivare al Sud dove le difficoltà saranno sempre più importanti.
di: Maria Lucia PANUCCI
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