
Il credito di imposta per le spese di sanificazione e l’acquisto di dispositivi di protezione individuale riduce il contributo dal 60% al 9%
Forse il bonus sanificazione è una presa in giro. E’ il caso di dirlo. Tutta colpa del credito di imposta per le spese di sanificazione e l’acquisto di dispositivi di protezione individuale che riduce il contributo al 9% dal 60% inizialmente previsto. Lo ha reso noto l’Agenzia delle entrate che ha sottolineato che la percentuale che può essere concessa alle imprese, tenendo conto delle domande presentate e dei fondi disponibili, è pari al 15,6423% di quanto richiesto. Il massimo richiedibile corrispondeva al 60%, pertanto il contributo spettante scende al 9,38538 per cento rispetto alle spese indicate nell’istanza. Facendo un esempio quindi, per una impresa del commercio di medie dimensioni che magari ha speso 30 mila euro in sanificazione e sicurezza Confesercenti ha calcolato che usufruire del bonus vuol dire recuperare appena 2.800 euro, contro i 18 mila attesi. Una vera e propria beffa.
Il bonus sanificazione è riconosciuta ai soggetti esercenti attività d’impresa, arti e professioni, enti non commerciali, compresi gli enti del Terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti, che abbiano presentato apposita richiesta entro il 7 settembre scorso. Sono ammesse spese sostenute nel 2020 per la sanificazione degli ambienti e strumenti utilizzati, nonché per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale e di altri atti a garantire la salute dei lavoratori e degli utenti per una spesa massima di 60 mila euro.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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