
Il 2020 si chiuderà con un -9,6%, l’anno prossimo la ripresa segnerà +6,2% e nel 2022 +2,8%
Il Pil tornerà ai livelli pre-Covid solo nel 2023. E’ quanto indica un aggiornamento delle previsioni macroeconomiche di Prometeia, secondo cui il rimbalzo post lockdown migliore del previsto consentirà al prodotto interno lordo italiano di chiudere il 2020 “solo” a -9,6%. Nel 2021 la ripresa segnerà +6,2% e nel 2022 +2,8%, con un recupero totale tra tre anni.
I settori messi maggiormente in ginocchio dall’emergenza, come l’alloggio, la ristorazione, l’intrattenimento, perderanno a fine anno tra il 30% e il 35% del valore aggiunto. Meno penalizzati, ma comunque in territorio negativo, sono le telecomunicazioni, utility e l’intermediazione finanziaria.
Si riscontrano differenze anche all’interno dell’industria: l’automotive sarà tra i settori più in difficoltà chiudendo il 2020 con una caduta del valore aggiunto nell’ordine del 35%, mentre saranno i settori che producono beni essenziali, come la farmaceutica e l’alimentare, a presentare la performance migliore. Nel 2021 il valore aggiunto di tutti i macro-settori tornerà positivo.
Secondo Prometeia l’Italia presenta molte criticità e per questo riuscirà a utilizzare solo 145 miliardi (il 70% appunto) dei fondi messi a disposizione dal Recovery Fund, contribuendo così ad una crescita aggiuntiva del Pil di 1,7 punti percentuali al termine dell’orizzonte di previsione nel 2023.
Sul Mes c’è molta apertura. «Visto però il probabile mismatch temporale tra impegni di spesa e disponibilità dei fondi del Next Generation EU all’inizio del prossimo anno, è opportuno accedere anche al Mes, che permetterebbe di risparmiare in spesa per interessi», ha concluso Prometeia.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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