
Per rimanere sul mercato bisogna puntare sulla sostenibilità
Il settore delle acque minerali vale 2,8 miliardi e conta circa 40 mila occupati. Messe a dura prova dall’emergenza sanitaria e poi dal lockdown, oggi le 130 aziende della filiera puntano sulla sostenibilità per alleggerire i costi e rimanere sul mercato.
L’Italia è un paese ricco d’acqua di ottima qualità e per questo è tra i primi produttori europei insieme a Francia e Germania, con una produzione di 15 miliardi di litri annui di acqua minerale naturale, batteriologicamente pura e imbottigliata alla fonte.
Secondo una ricerca Censis 9 italiani su 10 bevono acqua naturale privilegiandola alla semplice potabile e 8 su 10 ne consumano più di mezzo litro al giorno. Il 69% del mercato è occupato dalle acque lisce e il 17% da quelle frizzanti, mentre le effervescenti sono il restante 14%.
Nel 2020 il mercato dell’acqua ha subito un grosso colpo con l’azzeramento delle vendite sul canale horeca, quello che copre hotel, ristoranti e catering. L’horeca vale il 20% del fatturato complessivo del settore ma è il segmento con la redditività più elevata. «Alla riapertura dopo il lockdown – spiega Ettore Fortuna, vicepresidente di Mineracqua, l’associazione nazionale di settore – eravamo a -90% rispetto allo scorso anno. Anche i distributori automatici sono in crisi, per motivi legati anche alle campagne contro la plastica monouso».
C’è molta preoccupazione per la futura attuazione della Plastic Tax, che rischia di avere un pesante impatto sui costi aziendali e sull’occupazione già messa a dura prova negli ultimi mesi dal Coronavirus. Soprattutto considerando che l’80% dell’acqua minerale oggi viene confezionata in Pet, un materiale 100% riciclabile che permette di coniugare la sicurezza alla crescita economica ma che appartiene comunque alla categoria delle materie plastiche. «Per incentivare il riciclo non bisognerebbe tassare il Pet che resta comunque una risorsa e non un rifiuto – afferma ancora Fortuna – C’è un problema di educazione e comportamenti non corretti da parte di chi abbandona la plastica, non smaltendola correttamente. Ma non si può demonizzare una risorsa come questa».
L’industria dell’acqua investe sulla sostenibilità con modelli di ecodesign che prevedono una riduzione del peso delle bottiglie. Inoltre gli stabilimenti utilizzano energia rinnovabile, tanto che l’Italia oggi è al primo posto in Europa per tappi e bottiglie più leggere a parità di sicurezza. «L’immissione al consumo di plastica vergine va contenuta, e noi questo sforzo lo abbiamo fatto – conclude Fortuna – ma ci faremo sentire per spiegare che le plastiche non sono tutte uguali e il Pet, utilizzato e smaltito correttamente, può essere un ottimo esempio di economia circolare».
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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