
Dopo il lockdown il calo di redditi ha fatto registrare un’impennata del contrabbando
Il mercato del contrabbando di sigarette è aumentato esponenzialmente dopo il periodo di emergenza sanitaria per il Covid-19. Secondo le stime della Banca Mondiale si parla di un’attività illegale che gravita tra i 40 e i 50 miliardi di dollari all’anno.
La Japan Tobacco International, casa produttrice di marche come Winston, LD e Camel, ha denunciato la situazione spiegando che la riduzione del reddito disponibile dei consumatori può innescare un aumento della domanda di sigarette meno care. «Si tratta di una diretta conseguenza della pandemia – afferma Ian Monteith, responsabile delle operazioni anti contrabbando per Japan Tobacco – i criminali stanno tentando di sfruttarla a loro favore».
Con il lockdown e la chiusura dei confini è stato più difficile importare sigarette contraffatte dai Paesi in cui vengono prodotte. Perciò secondo l’azienda sarebbero nate fabbriche e depositi illegali in nazioni europee come Irlanda e Belgio. Inoltre è stato molto più difficile gestire l’attività di contrasto, secondo quanto emerge dalle stime di Europol che segnano un calo nel numero dei magazzini e degli stabilimenti illegali individuati e smantellati dalle forze dell’ordine.
Una sigaretta su 10 oggi viene realizzata illegalmente e i numeri potrebbero aumentare proporzionalmente all’aumento, previsto in alcuni Paesi tra cui per il momento non figura l’Italia, della tassazione sul tabacco e sui prodotti ad esso collegati.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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