
Dentro Anguilla e Barbados. Oxfam: “il processo non funziona”
Nella lista delle giurisdizioni non cooperative in materia fiscale dell’Unione Europea, più comunemente nota come la black list dei paradisi fiscali, sono state apportate significative novità. In primo luogo, sono entrate a farne parte Anguilla e Barbados. Secondariamente, ne sono uscite le Isole Cayman e l’Oman.
È l’uscita dalla black list del paradiso fiscale più noto di tutti i tempi a far discutere: «la rimozione delle Cayman Islands è un’ulteriore prova che il processo non funziona – ha denunciato Chiara Putaturo, consulente di Oxfam sulle questioni fiscali – i paradisi tolgono ai Paesi poveri e ricchi centinaia di miliardi in gettito perduto ogni anno, denaro che serve più che mai durante la pandemia». Le Cayman sono state promosse grazie alle nuove riforme al quadro sui fondi di investimento collettivo nel settembre 2020.
Anguilla e Barbados invece sono state incluse nella lista nera a seguito di rapporti di revisione pubblicati dal forum globale sulla trasparenza e dallo scambio di informazioni a fini fiscali che ha declassato i loro rating facendoli finire tra i non o parzialmente conformi.
Infine, l’Oman ha ratificato la convenzione Ocse sulla mutua assistenza amministrativa in materia fiscale e ha emanato una legislazione per consentire lo scambio automatico di informazioni con tutta la UE e gli stati membri: questi accorgimenti gli sono valsi la nomina della conformità.
Le dodici giurisdizioni che permangono nell’elenco dei paradisi fiscali sono: Samoa americane, Anguilla, Barbados, Figi, Guam, Palau, Panama, Samoa, Seychelles, Trinidad e Tobago, Isole vergini americane e Vanuatu.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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