
C’è un interesse sempre vivo verso acquisizioni di maggioranza nei comparti industriale e delle comunicazioni
Il Covid non frena gli investimenti statunitensi in Italia. Ebbene sì, nonostante la pandemia abbia condizionato in modo negativo tutta l’economia, per gli investitori d’oltreoceano il nostro Paese continua a rappresentare un polo d’investimento interessante. E’ quanto emerge dal M&A outlook: Growth and financial trends between Italy and Usa promosso dalla Camera di Commercio americana in Italia, che ha tracciato il quadro delle attività di fusioni e acquisizioni tra Italia e Stati Uniti negli ultimi cinque anni.
Ebbene, tra il 2015 e il 2019 l’andamento delle operazioni tra i due Paesi si è rivelato stabile, soprattutto per quanto riguarda il flusso di deal dall’America verso l’Italia, che rappresenta il 67% del totale di quelle che avvengono nel Paese. Si tratta in massima parte di acquisizioni di maggioranza, effettuate da compratori strategici o finanziari, che scommettono sui settori forti del Paese. Il 30% degli accordi riguarda il comparto industriale, il 27% le telecomunicazioni e i media, il 20% i beni di consumo.
Il prossimo obiettivo è quello di favorire le acquisizioni di minoranza, che possano dare il via a partnership strategiche.
E la pandemia non dovrebbe intaccare questo quadro d’insieme. I nuovi modelli di comportamento favoriti dalle situazioni di smart working e distanziamento sociale, infatti, dovrebbero favorire alcuni settori nascenti, soprattutto quelli relativi al tech e al fintech, e rafforzare le industrie come quella alimentare, di cui l’Italia rappresenta un’eccellenza monitorata con continuo interesse da parte degli investitori internazionali.
di: Maria Lucia PANUCCI
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