
L’elezione si sta rivelando molto più combattuta delle previsioni
Partenza in rosso per le Borse Ue mentre il risultato elettorale Usa è ancora in bilico dato il quantitativo record di voti arrivati per posta. Nei primissimi istanti di contrattazioni, l’indice Ftse 100 cede circa l’1%, mentre il Dax e il Cac40 lasciano sul terreno rispettivamente l’1,5% e l’1,27%.
Tornano le vendite anche a Piazza Affari con l’indice Ftse Mib che imbocca la via dei ribassi segnando fino a un calo di quasi due punti percentuali per poi limitare le perdite a un -0,6% in area 18.868 punti.
Tra i titoli del paniere principale, DiaSorin si mette in evidenza, muovendosi in decisa controtendenza con un rialzo del 2,5%. La segue Nexi con un +1,8% e Saipem (+1,3%) che prosegue il suo rimbalzo iniziato venerdì scorso. Sul fronte opposto, invece, Buzzi Unicem cade sul fondo del Ftse Mib con un tonfo di quasi il 4%, dopo aver annunciato che è stata convocata l’assemblea speciale degli azionisti di risparmio per il giorno 19 novembre, per deliberare in merito alla conversione obbligatoria delle azioni di risparmio in azioni ordinarie. A questo riguardo, il valore di liquidazione delle azioni di risparmio è stato determinato in 10,778 euro. Male anche Prysmian e Pirelli sono in flessione di oltre il 2%.
Anche i future Usa hanno imboccato la strada dei ribassi dopo le dichiarazioni di Donald Trump che ha fatto sapere di essere pronto ricorrere alla Corte Suprema se il risultato delle elezioni non dovesse vedere la sua riconferma. Trump ha parlato di “una grande frode” in atto.
Chi sperava in un risultato chiaro, o almeno indirizzato, già per la mattina di oggi italiana resterà inevitabilmente deluso. L’affluenza è stata da record, circa 150 milioni hanno votato, e soprattutto di questi ben 102 milioni hanno espresso la preferenza per posta, un altro picco storico, pari al 73% dell’affluenza totale alle presidenziali 2016. Proprio per questo boom di voti per posta i risultati rischiano di tardare per giorni. Donald Trump ha conquistato il Texas, l’Ohio, l’Iowa e anche lo Stato chiave della Florida. Joe Biden ha ottenuto California, Oregon e Washington. Finora Trump e il rivale democratico hanno conquistato tutti gli Stati sicuri, ma sugli altri resta un’incertezza quasi totale.
Per un risultato chiaro sarà probabilmente necessario attendere i risultati di Wisconsin, Michigan e Pennsylvania, in cui il conteggio dei voti postali potrebbe richiedere anche alcuni giorni.
Chiude bene anche l’Asia (Tokyo +1,72%, Shanghai +0,2% e Hong Kong +0,38%) dove l’attenzione è puntata su Ant Group che ieri ha ritirato l’ipo previsto per domani per via di problemi regolamentari (leggi qui).
Nel valutario, in attesa dell’esito delle elezioni Usa, il dollaro è in rafforzamento. Il cambio euro/dollaro è a 1,164, -0,615%, il dollaro/yen a 104,92, +0,45% e il cross sterlina/yen a 1,298, -0,613%. Tra le commodities recupera il prezzo del petrolio: il Wti segna un aumento dell’1,89% a 38,37 dollari al barile e il Brent fa +1,86% a 40,45 dollari al barile. L’oro cede lo 0,645% a 1.897 dollari l’oncia.
Ricca intanto per oggi l’agenda macro. In Cina il pmi dei servizi Caixin di ottobre è salito a 56,8 punti da 54,8 a settembre. Sono attesi poi i pmi dei servizi di ottobre di Italia, Francia e Germania, il pmi composito e dei servizi di ottobre finale della zona euro e i prezzi alla produzione sempre dell’eurozona. A seguire arriveranno dagli Usa gli aggiornamenti sull’indice settimanale richieste mutui, la stima Adp di ottobre, il pmi dei servizi di ottobre finale, l’Ism dei servizi di ottobre e le scorte settimanali di petrolio. E’ prevista la riunione in videoconferenza dell’Ecofin.
di: Maria Lucia PANUCCI
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