
Il quarto trimestre dell’anno si chiuderà con una perdita di fatturato di 10 miliardi di euro, pari al 40% del totale
Nonostante le risorse stanziate finora dal Governo la situazione è drammatica: con le chiusure e le nuove restrizioni anti-Covid sono a rischio 60 mila aziende e 300 mila posti di lavoro. A lanciare l’allarme è il presidente di Fipe-Confcommercio, Lino Enrico Stoppani, in occasione dell’assemblea annuale che sottolinea come il quarto trimestre dell’anno si chiuderà con una perdita di fatturato di 10 miliardi di euro, pari al 40%. La previsione per la fine dell’anno è di una flessione di 33 miliardi di euro su 96 complessivi. «La pandemia – spiega Stoppani – ha messo in luce alcune debolezze del settore: la fragilità di tante imprese è il frutto dell’espansione quantitativa e non qualitativa cui abbiamo assistito negli ultimi anni, a partire da un processo di liberalizzazioni a tratti semplicistico. Da anni Fipe denuncia il rischio bolla dovuto a un eccesso di offerta: 4,6 imprese ogni mille abitanti. Troppe».
A seguito delle nuove restrizioni, secondo il presidente occorre rifinanziare i contributi a fondo perduto per compensare le perdite dei locali, occorre consolidare i crediti di imposta sulle locazioni commerciali e prevedere moratorie fiscali, contributive e creditizie. «Il ricorso massiccio allo smart-working – sottolinea ancora – non si esaurirà con l’attenuarsi della pandemia. Per far fronte alle conseguenze negative che produce e continuerà a produrre sui pubblici esercizi è necessario lavorare non solo sul cash back, per stimolare i pagamenti elettronici, ma anche sull’azzeramento dell’Iva, almeno per tutta la durata della crisi. Allo stesso tempo è essenziale dare vita a un’importante iniziativa di rinnovamento e aggiornamento del sistema dell’accoglienza turistica italiana, rafforzando l’integrazione fra le componenti ricettive e la parte dedicata alla ristorazione e ai servizi».
Bisogna insomma riconoscere ai Pubblici esercizi non solo l’importante ruolo di servizio, legato all’accoglienza e alla socialità, ma anche quello di componente essenziale delle filiere dell’agroalimentare e del turismo.
di: Maria Lucia PANUCCI
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