
La nota più dolente è l’export. Resistono la grande distribuzione e l’e-commerce
Assapora il fondo di bottiglia il nostro vino italiano. E’ proprio il caso di dirlo dato che per 9 aziende su 10 gli affari sono in calo a causa delle restrizioni dovute al Covid. A dirlo è un’indagine dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor presentata oggi nel corso del summit internazionale dal titolo Il futuro del vino: visioni differenti, unica prospettiva, preview di wine2wine la manifestazione dedicata al business del mondo del vino che ha debuttato oggi e che si terrà sino al 24 novembre a Verona fiere in formato virtuale.
Secondo l’indagine, svolta su un panel di 165 aziende, la difficoltà delle imprese è su tutti fronti: il canale horeca, in rosso nel 91% dei casi, quello del dettaglio specializzato (per tre produttori su quattro) fino all’export e alla vendita diretta in cantina, settore quest’ultimo penalizzato anche dalla fortissima contrazione degli arrivi enoturistici stranieri, in diminuzione per l’87% degli intervistati.
In questo quadro piuttosto nero l’export resta una delle note più dolenti: il 63% ha subito una flessione, mentre le aziende in crescita sono solo il 18%. Regno Unito e Stati Uniti sono le aree più critiche, in contrazione per il 60% del campione. A seguire ci sono Giappone, Australia, Cina, Germania, Canada, Russia e Svizzera. Solo in Svezia il mercato dei vini italiani continua ad essere florido.
A controbilanciare la situazione, ma solo parzialmente, è la vendita nella grande distribuzione, che ha visto una crescita per il 51% dei rispondenti, e il boom dell’online, riscontrato da 8 operatori su 10.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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