
Lo afferma in una riflessione rivolta ai giudici di America e Africa
Papa Francesco torna a far discutere, e lo fa con un’affermazione rivolta ai giudici di America e Africa che si occupano di diritti sociali: «occorre costruire una nuova giustizia sociale – ha detto il Papa – partendo dal presupposto che la tradizione cristiana non ha mai riconosciuto come assoluto e intoccabile il diritto alla proprietà privata».
Per il Papa, insomma, non si può parlare di giustizia sociale finché c’è disuguaglianza, e non si può evitare quest’ultima se esiste la concentrazione della ricchezza. «Occorre essere un popolo senza pretendere di essere un’èlite illuminata – ha detto – lottare contro chi nega i diritti sociali e sindacali, combattere contro quella cultura che porta ad usare gli altri, a rendere schiavi gli altri, e finisce per togliere la dignità».
Il Papa ha invitato tramite videomessaggio i giudici a fare delle loro sentenze una poesia: «il poeta ha bisogno di pensare, comprendere la musica della realtà e catturarla nelle parole – ha detto, confrontando poi questo con l’attività dei giudici: – tu in ogni decisione ti trovi di fronte alla possibilità di fare una poesia che guarisce le ferite dei poveri, che integra il pianeta, che protegge la madre terra e tutta la sua discendenza».
I giudici devono essere, secondo il Papa, consapevoli che per essere giusta una sentenza non deve produrre disuguaglianza e non deve comportare una maggiore perdita di diritti, oppure un’umiliazione o una violenza.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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