
Coprifuoco alle 22 e ristoranti sempre aperti a pranzo anche nei giorni di festa. Si discute sul ritorno a scuola il 14 dicembre
Divieto di uscire dal proprio Comune a Natale e Capodanno. E’ l’ipotesi che emerge dalla riunione del premier Giuseppe Conte con i capi delegazione e il ministro Boccia in vista del varo del nuovo Dpcm che dovrebbe essere approvato entro domani sera e rimanere in vigore fino al 10 gennaio.
Lo stop agli spostamenti potrebbe valere nei giorni del 25 e 26 dicembre e del primo gennaio. Dal 21 dicembre, inoltre, gli spostamenti tra Regioni gialle potrebbero essere consentiti solo per far ritorno al proprio luogo di residenza, con una previsione che dovrebbe essere estesa ai luoghi di domicilio. Non dovrebbero essere modificati, a quanto si apprende, i criteri che, fin dal primo Dpcm, definiscono le eccezioni: ci si può muovere per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o per motivi di salute. Stop sempre dal 21 dicembre, invece, agli spostamenti tra le Regioni per raggiungere le seconde case e crociere ferme nel periodo natalizio.
Sembra confermato il coprifuoco alle 22, mentre sarà consentita l’apertura dei negozi fino alle 21, per limitare gli assembramenti. Nella zona gialla i ristoranti dovrebbero restare sempre aperti a pranzo, anche a Natale, Santo Stefano e Capodanno mentre dovrebbero restare in vigore le limitazioni legate al distanziamento e ai posti ai tavoli. Per le abitazioni private, invece, dovrebbero essere dettate solo raccomandazioni. A Capodanno, per evitare veglioni, anche i ristoranti degli alberghi potrebbero dover chiudere alle 18: per i clienti solo servizio in camera.
Il Governo starebbe valutando anche il rientro in classe dal 14 dicembre. Il presidente del Consiglio avrebbe precisato che l’ipotesi deve essere ancora sottoposta al vaglio del Cts: si tratterebbe di porre fine alla didattica a distanza nelle aree gialle dalla metà del mese. Le reazioni sarebbero state contrastanti: Iv avrebbe confermato la sua posizione favorevole ma altri partiti si sarebbero espressi contro. Perplessi i presidi. «Capisco l’operazione simbologica ma mi chiedo cosa possa accadere nei grandi centri dove i trasporti non sono pronti – ha spiegato il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli. – L’eventuale apertura dal 14 dicembre potrebbe funzionare nei piccoli centri, dove il problema del trasporto incide in misura minore, ma resterebbero comunque alcune problematiche sanitarie».
di: Maria Lucia PANUCCI
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