
Il capo politico del M5S Vito Crimi spiega che è un modo per andare avanti e parlare di futuro
«Non ci saranno problemi di voto», è sia la convinzione sia la speranza di Vito Crimi, il capo politico del Movimento 5 Stelle, nei riguardi del Meccanismo Europeo di Stabilità. Il tanto dibattuto Mes è un organismo intergovernativo che è nato con lo scopo di aiutare i Paesi in difficoltà economica. Tramite il Mes, si mette in comune il denaro di tutti i Paesi dell’Eurozona, che può così essere utilizzato nel caso in cui uno degli Stati membri (o più di uno in questo caso) si trovi in difficoltà. Una cosa già accaduta per esempio in Grecia.
Il Mes ha una dotazione di 80 miliardi di euro, che sono stati pagati in maniera proporzionale al peso economico dei Paesi. Per ricevere l’aiuto, uno Stato deve accettare un piano di riforme la cui attuazione verrà poi sorvegliata dalla Troika, il comitato costituito dalla Commissione Europea, la Banca Centrale Europea e il Fondo Monetario Internazionale. Le misure contenute nel piano di riforma sono generalmente malviste dagli Stati membri, ma si tratta del primo concreto tentativo di rendere l’Europa più unita a livello economico e più solidale, oltre ovviamente a evitare che un Paese, andando a fondo, trascini con sé l’economia di tutti gli altri.
Il principale strumento del Mes usato fino a oggi è stato quello della concessione dei prestiti: un Paese entra in un programma di aiuti a fronte della già citata serie di riforme da attuare, come accaduto in Grecia.
Nel corso dell’ultimo anno sono state avanzate delle proposte di riforma per il Mes, come l’introduzione di nuove funzioni per il sostegno comune al Fondo di Risoluzione per le banche, alimentato con contributi annuali del settore bancario per far fronte a eventuali risoluzioni. Il Fondo dovrebbe entrare in gioco come un paracadute, sfruttando i fondi del Mes per garantire l’operatività degli istituti bancari e scoraggiare gli speculatori in caso di bisogno.
Ci sono poi misure come le clausole di azione collettiva, che consentono a uno Stato di rinegoziare alcuni dei termini dei titoli di debito pubblico, per le quali la Riforma prevede che dal 2022 cambino le modalità di voto.
L’Eurogruppo ha dato il suo via libera alla riforma del trattato del Mes: per questo il tema finirà sul tavolo del Consiglio Europeo tra il 10 e l’11 dicembre, e mercoledì 9 Giuseppe Conte ne farà comunicazione in Parlamento.
Per il Movimento 5 Stelle, utilizzare il Mes sarebbe sbagliato. Crimi lo definisce uno strumento obsoleto e non adeguato, ma, nel momento storico in cui ci si trova, con la crisi sanitaria ed economica dovuta al coronavirus, è necessario fare dei passi avanti. «Questa riforma è un modo per chiudere un capitolo – ha spiegato Crimi – l’Ue ha dimostrato di mettere in campo strumenti nuovi. Dobbiamo guardare avanti».
di: Micaela FERRARO
FOTO: AGI
Ti potrebbe interessare anche: