
Inadeguatezza della manutenzione: è questo il motivo alla base del crollo del Ponte Morandi secondo il gip
Il Ponte Morandi è crollato il 14 agosto 2018: un disastro che ha causato la morte di 43 persone e che fa ancora discutere e indignare. Secondo l’analisi fatta dai periti del gip, a determinare il cedimento e il crollo sono stati i mancati controlli e l’inadeguatezza della manutenzione, oltre alla corrosione del tirante della pila 9. Si legge in una relazione lunga circa 500 pagine, redatta durante il secondo incidente probatorio per stabilire le cause del crollo. Controlli che, «se fossero stati eseguiti correttamente, con elevata probabilità avrebbero impedito il verificarsi dell’evento – scrivono i periti, che poi proseguono: – la mancanza dei controlli e delle conseguenti azioni correttivi costituiscono gli anelli deboli del sistema».
Secondo quanto scritto nella relazione, la causa scatenante del crollo è stata la corrosione della parte superiore del tirante Sud-lato Genova della pila 9, su cui non si verificavano interventi di manutenzione dal 1993. «Sono state trascurate le indicazione dello stesso ingegner Morandi – sottolineano i periti – con particolare riferimento al degrado degli acciai. Il progettista aveva posto attenzione al rischio di corrosione dei cavi e sia i tecnici del gestore sia lo stesso Morandi avevano evidenziato un già diffuso stato di ammaloramento e proposto modifiche di intervento a breve distanza dall’inaugurazione». Gli esperti hanno messo in evidenza che c’era una gravissima forma di corrosione nella zona di attacco con l’antenna.
Il 28 aprile 2020 è stato varato il nuovo viadotto progettato dall’architetto Renzo Piano, gratuitamente. Il viadotto San Giorgio ha visto la luce circa 20 mesi dopo il crollo del Morandi.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
LEGGI ANCHE: Genova ha il suo ponte. Inaugurato il nuovo viadotto San Giorgio
Ti potrebbe interessare anche: