
Migliaia di sostenitori pro Trump fanno irruzione al Congresso: scontri con la polizia, 4 morti e 68 arresti. E ora Trump potrebbe essere rimosso
«La nostra democrazia è sotto una minaccia senza precedenti. Non è una protesta ma un’insurrezione». Così il neo-presidente Usa Joe Biden ha condannato l’assalto al Congresso di migliaia di sostenitori di Trump che come lui non accettano la vittoria del democratico alle presidenziali dello scorso 3 novembre.
Dopo l’assalto però il Congresso Usa ha già ripreso i lavori ed ha ratificato la vittoria di Biden. Sono servite diverse ore affinché le forze dell’ordine riuscissero a sgomberare l’edificio per riportalo in sicurezza. Nell’irruzione è nato un conflitto a fuoco in cui quattro persone sono morte, 14 sono rimaste ferite e 68 sono state arrestate. Il capo della polizia Robert Contee ha precisato che una donna è morta dopo essere stata colpita da un agente durante l’assalto al Campidoglio. Si tratta di Ashli Babbit, di San Diego, veterana dell’aeronautica. Le altre tre persone sono decedute per emergenze e complicazioni mediche
Subito dopo l’irruzione, da tutto il mondo, ma anche dagli Stati Uniti e dalle stesse file repubblicane, è arrivata la ferma condanna all’assalto. «Credo nella forza delle istituzioni e della democrazia Usa. La transizione pacifica del potere è al centro. Joe Biden ha vinto le elezioni. Sono ansiosa di lavorare con lui come prossimo presidente degli Stati Uniti», ha scritto su Twitter la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. «Il Congresso Usa è un tempio della democrazia. Testimoniare le scene a Washington Dc è uno shock. Confidiamo negli Stati Uniti affinché assicurino un trasferimento pacifico del potere a Joe Biden», ha affermato invece il presidente del Consiglio Charles Michel. Dura condanna anche dalla Nato e dal repubblicano Mitt Romney che accusa direttamente Donald Trump: «Ecco quel che il presidente ha creato oggi. Questa insurrezione», ha dichiarato.
Intanto alcuni membri dell’amministrazione Usa stanno discutendo sulla possibilità di ricorrere al 25esimo emendamento per rimuovere Donald Trump dalla Casa Bianca. E’ quanto ha riferito alla Cnn una fonte del partito repubblicano secondo cui sono in molti a ritenere che Trump debba essere rimosso dal suo incarico prima del 20 gennaio, giorno dell’insediamento del presidente eletto Joe Biden.
Il 25esimo emendamento della Costituzione americana prevede che il vice presidente prenda i poteri nel caso il presidente muoia, si dimetta o sia rimosso dal suo incarico. A differenza dell’impeachment consente di rimuovere il presidente senza rivolgere accuse precise; è sufficiente che il vice presidente e la maggioranza del Governo trasmettano una lettera al Congresso sostenendo che il presidente non è più in grado di esercitare i poteri e i doveri del suo ufficio. In tal caso gli subentra il vicepresidente. Se il presidente si oppone, a decidere è la Camera con i due terzi dei voti.
Anche Facebook e Twitter condannano l’assalto al Campidoglio bloccando l’account di Trump, il primo fino addirittura a fine mandato. Inoltre le due piattaforme, così come anche YouTube ed Instagram, hanno rimosso il breve video che il tycoon ha pubblicato mercoledì in cui esortava i suoi sostenitori che avevano assaltato il Campidoglio a “tornare a casa” per ripetere poi ancora una volta le false accuse sulle elezioni presidenziali.
Il Capitol di Washington, tempio della democrazia mondiale, è stato spesso al centro di manifestazioni di protesta ma l’irruzione dei seguaci di Donald Trump ha un solo precedente: quello del 24 agosto 1814 quando le truppe britanniche marciarono sulla capitale e diedero alle fiamme il palazzo del parlamento, la residenza presidenziale e altri monumenti. Solo una pioggia torrenziale salvò quella volta il Campidoglio dalla distruzione totale.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ASKANEWS
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