
La Camera americana chiederà al vicepresidente Mike Pence di invocare il 25/o emendamento e questo avrà 24 ore di tempo per dare una risposta. Preoccupano nuove possibili manifestazioni nei giorni che restano all’insediamento di Biden
Si mette sempre peggio per Donald Trump dopo l’assalto al Congresso nei giorni scorsi da parte dei suoi sostenitori. Nonostante abbia finalmente ammesso la sconfitta dopo due mesi di dure battaglie ed abbia condannato formalmente quegli atti violenti ( ne abbiamo parlato qui) si percepisce ancora la sua ritrosità al nuovo presidente Joe Biden, tant’è vero che non parteciperà al giuramento il prossimo 20 gennaio, come lui stesso ha dichiarato (guarda qui), cosa che non fa altro che peggiorare la situazione.
La Camera americana stringe infatti i tempi per rimuovere il presidente uscente Donald Trump. In giornata i democratici presenteranno una risoluzione per chiedere al vicepresidente Mike Pence di invocare il 25esimo emendamento. In caso contrario, secondo quanto riferito dalla presidente Nancy Pelosi, la Camera procederà con l’impeachment. Trump a questo punto diventerebbe il primo presidente statunitense a essere messo sotto accusa due volte.
Si tratta di un vero e proprio ultimatum senza via di fuga. «Nel proteggere la nostra Costituzione e la nostra democrazia, agiremo con urgenza, perché questo presidente rappresenta una minaccia imminente per entrambi – ha detto Pelosi. – Man mano che passano i giorni l’orrore dell’attacco in corso alla nostra democrazia perpetrato da questo presidente si è intensificato e con esso la necessità immediata di agire». Pence avrà 24 ore di tempo dalla richiesta formale per dare una risposta.
Pare che Trump dal canto suo sia irremovibile e non abbia alcuna intenzione di dimettersi nonostante le pressioni anche di alcuni membri del partito repubblicano. Per i democratici questo ultimi giorni che rimangono al giuramento formale di Biden alla Casa Biden potrebbero essere di fuoco vista l’imprevedibilità del presidente uscente. E a preoccupare non è solo la possibilità che possa auto-graziarsi in via preventiva ma che possano esserci nuove manifestazioni. «La minaccia di gruppi estremisti violenti resta alta e le prossime due settimane sono decisive nel nostro processo democratico con la cerimonia di insediamento di Biden» mette in guardia il leader dei democratici in Senato. Lancia l’allarme anche il sindaco di Washington, Muriel Bowser, che chiede un rafforzamento della sicurezza. Secondo le voci circolate in rete, nuove proteste sarebbero già in via di organizzazione. Le date a rischio sarebbero il 17 gennaio o il 20 gennaio stesso, il giorno dell’insediamento di Biden.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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