
Due i motivi: le norme vietano la promozione di atti violenti e illegali e poi le app di incontri si stanno trasformando in territori di caccia all’uomo
Anche Tinder chiude i profili degli assalitori di Capitol Hill. E così gli uomini e le donne che hanno assaltato il Campidoglio lo scorso 6 gennaio (leggi qui), oltre all’arresto, non avranno più appuntamenti galanti, almeno tramite app. Il motivo? Le norme del social vietano la promozione di atti violenti e illegali. Bando a chiunque venga identificato tra i partecipanti all’assalto.
Ma non solo. Secondo quanto scrive il Washington Post le app di incontri si stanno trasformando in territori di caccia all’uomo. Vengono utilizzate da molte donne per conversare con chi sembra abbia partecipato alla protesta, spingerlo a confessare il suo coinvolgimento e denunciarlo. Non è ancora chiaro se polizia ed Fbi stiano utilizzando le segnalazioni per individuare i rivoltosi.
E come in tutte le cose anche in questo caso c’è divisione tra chi sostiene le ronde digitali, in nome della legalità e chi invece è preoccupato per la privacy e la libertà d’espressione. Gli utenti, trasformatisi in detective dilettanti, potrebbero mettere a rischio la libertà di individui che con l’incursione nel Campidoglio non c’entrano nulla. Lo scenario peggiore sarebbe quello di una falsa corrispondenza tra un selfie su Tinder e un volto individuato tra la folla del 6 gennaio. In ogni caso ci sarebbe il rischio di un’attenzione particolare nei confronti di alcuni utenti motivata dalla sola appartenenza politica: indossare un cappellino rosso in favore di Trump non può essere motivo d’arresto né di bando da un’app.
Ecco allora che il social è corso ai ripari e a scanso di ogni equivoco ha già identificato i responsabili della rivolta e bloccato i loro profili.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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