
I dati del primo Circular Economy Report 2021 del Politecnico di Milano
In Italia l’interesse per l’economia circolare cresce rapidamente. Secondo i dati raccolti dal Politecnico di Milano e contenuti nel primo Circular Economy Report 2021, il 62% delle aziende ha implementato i propri sforzi oppure ha supportato le altre imprese nelle loro iniziative circolari. Il 38% rimanente si divide tra coloro che dichiarano di voler inserirsi nell’ambito dell’economia circolare entro i prossimi tre anni, rispondenti al 14% degli intervistati, e tra coloro che si dimostrano indifferenti al tema, il 24% del totale.
Nell’ambito dell’economia circolare, il settore che si colloca nella posizione migliore è il Resource & Energy Recovery, mentre rimangono indietro le aziende appartenenti all’automotive. «Con il Circular Economy Report inauguriamo un nuovo filone di ricerca in cui è stato decisivo il contributo delle nostre aziende partner – ha detto Andrea Chiaroni, vicedirettore dell’E&S Group e curatore dell’indagine – capire di cosa realmente si stia parlando, non del ciclo dei rifiuti, per intenderci, che è solo la parte finale e a minor valore aggiunto del processo, è determinante e chiarisce immediatamente che in Italia la vera economia circolare è ancora di là da venire e richiede un tempo e un ammontare di investimenti ben più significativi di quanto oggi sia in campo».
Per quanto riguarda le iniziative introdotte, la più quotata è la ri-edizione dei prodotti e dei processi, il design for environment. Un terzo delle aziende ha introdotto pratiche di Design for remanufacturing reuse, e ancora meno di Design for disassembly. «Si tratta di cambiare radicalmente prospettiva rispetto all’attuale economia lineare – ha spiegato Chiaroni – mantenere i prodotti il più a lungo possibile nel circuito attraverso l’estensione della loro vita, la ridistribuzione, il riutilizzo, la rigenerazione e, soltanto alla fine, il riciclo».
La transizione verso l’economia circolare ha avuto il sostegno economico dall’Europa: all’Italia sono stati elargiti 157 milioni di euro di finanziamenti agevolati e 62,8 milioni in contributi alla spesa. Numeri che sono ancora più importanti se considerati a livello europeo: 454 miliardi di fondi strutturali e di investimenti per oltre 500 programmi in tutto il continente, 637 miliardi di cofinanziamenti nazionali da parte degli Stati membri, e 900 miliardi stanziati dalla Commissione per il Recovery Plan.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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