L’Italia è la prima fra i grandi paesi dell’Unione europea per economia circolare. A rivelarlo è il sesto rapporto del Circular Economy Network (Cen) e di Enea, presentato alla Conferenza annuale sull’economia circolare a Roma.
Le performance di circolarità delle cinque maggiori economie dell’Ue: Italia, Francia, Germania, Spagna e Polonia sono state comparate usando gli indicatori della Commissione europea. L’Italia è prima con 45 punti, seguita da Germania (38), Francia (30) Polonia e Spagna (26). Tuttavia, in base alla dinamica degli ultimi 5 anni, si segnala una certa difficoltà dell’Italia a mantenere questa leadership.
E il 65% delle piccole e medie imprese italiane dichiara di mettere in atto pratiche di economia circolare: oltre il doppio rispetto a quanto rilevato nel 2021. Inoltre, il 10% delle imprese ha intenzione di avvicinarsi all’economia circolare nel prossimo futuro, sempre secondo il rapporto del Circular Economy Network (Cen) e di Enea. Il sondaggio è stato svolto fra 800 piccoli e medi imprenditori con la collaborazione di Cna.
Gli interventi realizzati più spesso dalle pmi riguardano l’uso di materiali riciclati (68,2%), la riduzione degli imballaggi (64%), interventi per la durabilità e la riparabilità del prodotto (53,2%). Rispetto ai principali vantaggi dell’adozione di misure di economia circolare, il 70,4% delle imprese indica la maggiore sostenibilità ambientale, la riduzione dei costi di produzione (61%), la maggiore efficienza (35,6%) e l’impulso all’innovazione (34,2%). Per il 61% delle imprese coinvolte nel sondaggio le misure di economia circolare generano benefici in termini di riduzione dei costi.